Maestra trovata morta, unica certezza: portata nel bosco

Vestiva solo jeans e maglietta ticinese di 35 anni. Auto trovata a casa sua in Svizzera dove però mancava da due notti

Il luogo in cui è stata ritrovata Nadia Arcudi

Il luogo in cui è stata ritrovata Nadia Arcudi

Rodero, 19 ottobre 2016 - Ore di interrogatori, di accertamenti scientifici, di ricostruzioni, per capire dove ha passato gli ultimi momenti di vita Nadia Arcudi. Cosa abbia causato la morte della maestra elementare di 35 anni, residente a Stabio, pochi chilometri dopo il confine con la Svizzera, è ancora da stabilire, e non si saprà in tempi brevissimi, ma intanto gli inquirenti italiani e svizzeri stanno cercando di comprenderne le circostanze, per capire i motivi che hanno spinto chi era con lei, a scaricarla lungo una roggia in un bosco del Comasco.

L'autopsia svolta lunedì, non è stata sufficiente a capire cosa le sia accaduto: a stroncarla è stato un edema polmonare, ma per stabilire cosa lo abbia provocato, serviranno gli esiti degli esami di laboratorio. Le origini possono essere parecchie – assunzione di sostanze tossiche o stupefacenti,farmaci, infezioni acute o anche soffocamento – la cui caratteristica comune, è quella di non lasciare tracce immediatamente visibili, ma comunque accertabili con le strumentazioni di un laboratorio di analisi. Nel frattempo il sostituto procuratore di Como Massimo Astori, ha dato incarico al genetista Carlo Previderè di svolgere tutte le analisi relative alla ricerca di tracce biologiche. In entrambi i casi, gli esiti degli incarichi arriveranno formalmente tra sessanta giorni, ma in modo informale, i risultati potrebbero essere comunicati anche prima, soprattutto se emergerà la necessità di ulteriori approfondimenti.

Nel frattempo, a Stabio, la polizia del Canton Ticino sta cercando di capire come Nadia Arcudi ha passato le ultime ore. La morte potrebbe infatti risalire a venerdì sera, con l’occultamento del cadavere avvenuto quella notte stessa. La donna ha lasciato l’auto a casa, e si è quindi allontanata a piedi o con qualcun altro. Quando è stata ritrovata, aveva indosso solo un paio di jeans, una maglietta di cotone a manica lunga, calze di cotone e biancheria intima. Mancavano la borsa e il telefono cellulare, le scarpe e la giacca, che ancora oggi non si sa che fine abbiano fatto.

Tuttavia sul telefono possono essere fatte verifiche immediate, per risalire alla mappature delle ultime celle agganciate, che potrebbero quindi corrispondere ai suoi spostamenti. L’altro punto non chiaro, riguarda la sua assenza da casa per due notti: la donna viveva assieme alla madre, ma a dare l’allarme sono stati i colleghi di scuola lunedì mattina quando non si è presentata al lavoro. La donna è stata sentita dalla polizia tra lunedì e ieri, assieme a un gruppo di parenti stretti, tra cui la sorella, il fidanzato con cui Nadia aveva iniziato una relazione solo da giugno, e alcuni colleghi di scuola. Cosa abbia dichiarato, al momento non è noto, ma non ci sono indagati, e ieri la polizia ha passato la giornata a perquisire la casa di Nadia.