Corteo dei migranti: nessuna solidarietà, solo imposte chiuse / VIDEO

In un clima surreale trecento somali ed eritrei ieri sera hanno attraversato la città. Gli unici a partecipare sono stati gli automobilsti: a colpi di clacson per essere rimasti in coda in Napoleona

Un momento della marcia di protesta

Un momento della marcia di protesta

Como, 16 settembre 2016 - Un corteo sottodimensionato rispetto alle aspettative che hanno animato questi ultimi giorni. Meno di trecento persone, buona parte delle quali giovani migranti, che hanno sfilato per due ore in una città completamente indifferente e distaccata. Pochi e ripetuti slogan scanditi in coro, che hanno sostituito l’animazione di un impianto stero che ha tradito gli organizzatori, funzionando a tratti.

Così la manifestazione a favore dei migranti della stazione di San Giovanni, ha proceduto al ritmo di poche parole: «freedom», «no border» e ritornelli simili, gli unici che sono stati in grado di ripetere giovanissimi stranieri provenienti dall’Africa, coinvolti in una iniziativa di cui forse non hanno capito fino in fondo il senso. I tanti temuti scontri, o gli attacchi dei manifestanti legati ai centri sociali, non si sono visti. Dopo le due ore di fuoco di domenica scorsa a Chiasso, la Questura di Como aveva organizzato un servizio d’ordine con pochi precedenti, con nuclei mobili in divisa di polizia e carabinieri ad aprire e chiudere il corteo, cellulari a sbarrare le strade man mano che la manifestazione passava, pattuglie di polizia locale sparpagliate in ogni parte del centro città. Soprattutto, un numero imprecisato di pattuglie in divisa distribuite in tutto il centro di Como. 

Grazie e questa organizzazione, è stato evitato un possibile scontro con alcuni sostenitori di Forza Nuova, bloccati prima che riuscissero ad avvicinare il corteo. Partiti alle 20 anziché alle 19.30, come era stato annunciato, si sono diretti verso via Garibaldi, per poi percorrere il girone fino in piazza San Rocco, dove tutto è terminato nel giro di poco più di due ore. Poca la presenza di italiani, che hanno ascoltato un solo momento, di pochi minuti, in cui gli organizzatori hanno parlato del senso di questa iniziativa, voluta a sostegno della «politica di deportazioni messa in atto nei confronti di persone che fuggono dalla guerra, dividendo nuclei familiari, accanendosi contro le persone». Accuse alle politiche adottate nei confronti degli immigrati, e alla polizia che se ne fa tramite. Non solo: anche l’invito a boicottare la società di trasporti che sta mettendo a disposizione della polizia i pullman per i trasferimenti nei centri di accoglienza lontano da Como, già obiettivo di una iniziativa di protesta nei giorni scorsi. 

Accuse al «business dell’accoglienza, alle cooperative di stampo mafioso», e a chiunque guadagni soldi dalla questione migranti. Nessuno ai lati della strada ha accompagnato il loro passaggio. Qualche automobilista ha protestato per la chiusura temporanea delle strade.