Poliziotto investito a Mariano: le condizioni restano gravissime

Mariano, ancora ricoverato in Rianimazione all’ospedale Sant’Anna

Un fermo immagine tratto dal video della Polizia

Un fermo immagine tratto dal video della Polizia

Mariano Comense, 3 ottobre 2016 - Condizioni stabili, ma sempre gravissime, nonostante l’intervento chirurgico cui è stato sottoposto nelle ultime ore il poliziotto. L’investigatore della Squadra Mobile di Lecco, 33 anni, è ridotto in condizioni tragiche da venerdì pomeriggio, quando l’auto guidata da Soufiane Moustapha Amine, marocchino diciannovenne destinatario di un ordine di arresto, lo ha travolto e trascinato per alcuni metri. Nella caduta a terra, oltre ad alcune fratture ha rimediato un trauma cranico commotivo, che nel giro di pochi minuti ha fatto precipitare le sue condizioni. I soccorritori erano stati infatti chiamati in codice giallo, che indica un condizione di media gravità, ma nell’arco di poco tempo la ferita alla testa aveva fatto peggiorare drammaticamente le cose: l’elisoccorso lo ha trasportato velocemente al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna, a San Fermo della Battaglia, dove è stato ricoverato in Rianimazione. Reparto nel quale si trova tuttora, con una prognosi che rimane riservata a fronte di condizioni che restano fortemente critiche.

I medici hanno tentato un primo intervento per ridurre il vasto ematoma alla testa, ma per avere notizie di evoluzioni significative, occorrerà aspettare ancora. E sperare. L’incidente è avvenuto in pochi attimi: gli inquirenti della Mobile di Lecco si erano presentati al mattino in un appartamento di via Donati, periferia di Mariano Comense, nell’alloggio di tre giovani marocchini destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare per spaccio di stupefacenti. I primi due erano stati trovati subito, mentre Amine mancava all’appello, ed è stato quindi atteso il suo ritorno a casa. È arrivato un paio d’ore dopo, pochi minuti prima di mezzogiorno, quando due poliziotti gli sono andati incontro per bloccarlo: l’auto si stava già fermando, l’agente rimasto ferito ha aperto la portiera per farlo scendere e bloccarlo, ma Amine ha inserito la retro e accelerato, sbattendo a terra il poliziotto che sarebbe stato colpito anche dalla portiera. Lo ha trascinato per un paio di metri prima di riuscire ad accelerare ulteriormente e sparire.

Il giovane ha abbandonato auto e telefono cellulare, trovati poco dopo, quando uno spiegamento di forze capillare aveva già iniziato a cercarlo. Ma nel frattempo il diciannovenne marocchino aveva già rubato un’altra auto, una Mazda grigia. Da venerdì mezzogiorno era ricercato in tutta Italia, la sua foto diffusa anche online oltre che in tutti i comandi di forze di polizia. Allo stesso tempo, gli inquirenti avevano iniziato una serie di accertamenti su persone che potevano essere in contatto con lui, in fuga senza niente in tasca, con addosso gli stessi abiti che indossava venerdì: oltre ai reati di droga, dovevano ora notificargli un’ordinanza di custodia cautelare per tentato omicidio. Per due notti ha trovato riparo da qualche parte o da qualcuno. Forse Amine non è riuscito a capire fino in fondo in quali condizioni ha ridotto il poliziotto, ma aveva piena consapevolezza di dover fuggire più lontano possibile da Mariano Comense e dalla polizia di quella zona. Come ha tentato di fare, mischiandosi tra le migliaia di facce che sfilano sui marciapiedi di Milano.