2009-10-02
di PAOLA PIOPPI
— COMO —
LA MOTIVAZIONE è durissima nel parlare di violazione «del decoro, della dignità e del corretto esercizio della professione». Così l’Ordine degli Psicologi di Firenze, l’unico al quale Waldo Bernasconi risultava iscritto in Italia, lo ha radiato. La decisione è stata depositata lo scorso 17 settembre, al termine di un procedimento interno che ha valutato gli aspetti deontologici dell’esercizio della professione di Psicoterapeuta portata avanti da Bernasconi per anni, la mancanza di requisiti accademici e della validazione dei metodi utilizzati per la cura di ragazze anoressiche e bulimiche. Tra gli elementi esaminati dalla commissione c’era anche il diario consegnato dai genitori di una ragazza di Sondrio, giovane ex paziente del terapeuta svizzero morta suicida.

IN PARTICOLARE i componenti della commissione si sono soffermati sugli aspetti più strettamente legati alla terapia, leggendo i libri e tutti gli scritti che spiegavano i criteri della teoria neoreichiana formulata dallo stesso terapeuta svizzero, e sulla mancanza di una validazione a livello scientifico di tali concetti. Così, in allegato alle motivazioni, è stato aggiunto un «excursus sulle conoscenze scientifiche e anoressia nervosa», che elenca le terapie ritenute efficaci e riconosciute per la cura di queste patologie. Su quest’ultimo aspetto tuttavia i legali della difesa di Bernasconi - Angelo Giuliano e Piermario Vimercati - insistono nel ribadire che nel mondo scientifico sarebbe in atto un dibattito che ruota attorno a questi stessi argomenti che in alcuni casi vengono presi in considerazione anche da docenti universitari, che ne riconoscono i contenuti di tradizione e, in parte, di fondatezza. Se da un lato la decisione dell’Ordine degli Psicologi potrà essere impugnata entro trenta giorni, davanti al giudice civile di Firenze, dall’altro resta aperta la questione ella mancanza di lauree conseguite in Italia o in paesi equiparabili, che viene prima della correttezza o meno delle teorie applicate per la cura delle pazienti.

DURANTE la prossima udienza, il 10 ottobre, potrebbe già essere presa la decisione in merito a un eventuale patteggiamento (se la parti civili saranno favorevoli alle condizioni di quantificazione della pena relativamente contenuta e di risarcimento), o di un rinvio a giudizio. A garanzia di un possibile risarcimento, il pm Mariano Fadda ha chiesto al gup Valeria Costi il sequestro conservativo della clinica SanaVita di Lugano intestata alla società di Waldo Bernasconi e che avrebbe un valore di circa tre milioni e mezzo di euro.