San Fermo, messaggi e foto agli amici prima dell'incendio. E un presagio: giorno terribile

Le ultime ore dell'uomo che si è bruciato in casa con i quattro figli

La corsa dei soccorritori a San Fermo della Battaglia (La Presse)

La corsa dei soccorritori a San Fermo della Battaglia (La Presse)

Como, 22 ottobre 2017 - Ha scritto lettere, mandato messaggi e video, fotografie dei suoi bambini che da lì a poco avrebbe ucciso. Faycal Haitot ha coinvolto una quantità di gente nel suo allarme, nelle sue lamentele e, la notte prima di appiccare l’incendio che ha provocato la sua morte e dei suoi quattro figli, nell’anticipare che sarebbe accaduto qualcosa di drammatico. Quasi una promessa.
 
Al centro dei suoi discorsi, negli ultimi giorni c’era spesso l’incontro avvenuto con il giudice minorile la scorsa settimana, dal quale era uscito arrabbiato e spaventato. Il magistrato pare gli avesse mosso una serie di critiche, scaturite anche dal fatto che Faycal non stava mandando i bambini a scuola, e più in generale dalle relazioni redatte dai Servizi Sociali Gli aveva  forse prospettato la possibilità di un allontanamento, per quanto non fosse una decisione imminente, o almeno questo è ciò che lui aveva recepito e che raccontava ai conoscenti. Si era offeso perché il giudice avrebbe commentato, forse addirittura criticato, i capelli lunghi del suo unico figlio maschio, Siff, di 11 anni. Morto venerdì mattina all’ospedale Valduce di Como, dove è arrivato in asfissia dopo aver respirato il fumo dell’incendio appiccato dal padre nel loro appartamento alla periferia di Como. La stessa fine fatta dalle tre sorelline: Sophia di 7 anni, Soraya di 5 e Saphiria di 3. Le fotografie di questi quattro bambini, sono state mandate nelle ore prima della tragedia nella chat dei genitori dell’asilo frequentato dalle piccole, ma i messaggi di Faycal avevano raggiunto anche i referenti della fondazione che gli aveva messo a disposizione la casa in cui vivevano, e alcuni amici, tra cui una avvocatessa sua conoscente che aveva dato l’allarme, quando ormai era troppo tardi.
 
L'uomo, 49 anni, da tempo non trovava lavoro, ma allo stesso tempo era ossessionato dalla possibilità di staccarsi dai suoi figli, e affidarli a qualcun altro in sua assenza. Tutti i suoi rifiuti, davanti alle proposte di impiego che gli erano giunte, erano infatti motivati dalla volontà di voler rimanere con i bambini. Le difficoltà di quella famiglia erano note e sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo il ricovero della madre in una comunità psichiatrica, avvenuto mesi fa. Tuttavia l’uomo risultava sempre meno collaborativo con le istituzioni che si erano prese in carico i quattro bambini, a partire dai Servizi Sociali di Como che gli garantivano il mantenimento di vitto e alloggio. Nel frattempo la Squadra Mobile della Questura di Como ha ricostruito il contesto in cui è maturato il gesto di Faycal, le ore antecedenti la strage, le modalità con cui è stato appiccato l’incendio e l’intervento dei soccorsi.