Guanzate, il piccolo Liam ucciso dalla meningite

Chiusa l'inchiesta sul neonato morto il marzo scorso all'ospedale Sant'Anna

La Procura ha stabilito che Liam ha ricevuto cure adeguate

La Procura ha stabilito che Liam ha ricevuto cure adeguate

Guanzate (Como), 28 ottobre 2016 - È stata una meningite fulminante a causare la morte di Liam Tozzi, il bimbo di quattro mesi, ricoverato all’ospedale Sant’Anna a fine marzo. Dopo aver preso atto delle conclusioni a cui sono giunti i consulenti incaricati durante le indagini, il sostituto procuratore di Como Simone Pizzotti, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, a fronte di una situazione compromessa al punto che nessun intervento medico, per quanto tempestivo, avrebbe potuto cambiare il destino del piccolo.

La conclusione dell’indagine è stata notificata alle parti, che potranno ora decidere se prendere atto delle valutazioni espresse dai consulenti in due relazioni, oppure se opporsi a questa richiesta di archiviazione, chiedendo a loro volta ulteriori accertamenti. Il suo esame autoptico era stato svolto nell’immediatezza dal medico legale dell’ospedale Valduce Maddalena Feltri, che fin da subito aveva accertato la presenza di una setticemia di forma particolarmente violenta, che nel giro di alcune ore ha raggiunto tutti gli organi interni del piccolo, ed ha avuto la meglio su di lui. Tuttavia, a fronte del fatto che il bimbo aveva avuto un primo ricovero in pronto soccorso, una dimissione e un secondo rientro in ospedale, durante il quale aveva smesso di vivere, sono stati disposti ulteriori accertamenti medico legali.

Che hanno però confermato il quadro drammatico a cui era andato incontro il bimbo, e l’impossibilità di salvarlo. A quel bimbo di quattro mesi, arrivato in pronto soccorso pediatrico febbricitante, non era stata rilevata nessuna criticità. I medici lo avevano trattenuto per tutto il pomeriggio, sottoposto a una quantità di esami di ogni genere. E poi dimesso con una cura antibiotica, salvo poi ritornare in serata, con febbre altissima. Dopo l'autopsia, le indagini hanno verificato il tipo di infezione che il piccolo Liam aveva in corso, la sua possibilità di diagnosi, la correttezza dell’iter clinico a cui è stato sottoposto e l’efficacia del farmaco prescritto rispetto alla casistica da cui è stato colpito. Ma questi accertamenti, non avrebbero fatto altro che confermare l’impossibilità di intervenire, dal punto di vista sanitario, per interrompere la malattia che si era già irreparabilmente estesa. Per la Procura, quindi, nessuna colpa medica a carico del personale sanitario che si è preso cura del bimbo in tutta quella lunghissima giornata.