Campione d'Italia, Dodi Battaglia protagonista oltre i Pooh pensando a Faletti

Il musicista bolognese, che il prossimo 1 giugno celebrerà i 50 anni di carriera con un grande concerto in Piazza Maggiore, vorrebbe realizzare un album con gli inediti dell'amico scrittore

Dodi Battaglia sul palco del Casinò Campione d'Italia

Dodi Battaglia sul palco del Casinò Campione d'Italia

Campione d'Italia (Como), 12 novembre 2017 - Una storia che continua, per citare il titolo del suo ultimo album, e anzi lo sta portando verso nuove esperienze musicali anche distanti dall’orbita dei Pooh quella di Dodi Battaglia, grande protagonista sabato sera al Casinò Campione d’Italia di fronte al suo pubblico che l’ha raggiunto, come sempre caloroso, anche nell’ex-clave italiana in terra elvetica. “Un musicista continua a fare musica finché campa diceva Pino Daniele, ma adesso che sono solo sul palco e devo rispondere solo a me stesso voglio fare progetti che mi coinvolgano fino in fondo – ha spiegato a inizio serata -. Due anni fa ho fatto un disco con Tommy Emmanuel che è il miglior chitarrista del mondo, non siamo arrivati primi in classifica ma ci siamo divertiti e mi ha dato un’immensa soddisfazione. Altrimenti preferisco andare davvero in pensione. Proprio ieri ho avuto un’idea che porterò avanti nei prossimi mesi. Quando correvo in macchina spesso ad accompagnarmi c’era Giorgio Faletti, un grande uomo e un grande amico. Sono intenzionato ad andare da sua moglie Roberta, una donna di straordinaria intelligenza e bellezza per chiedergli se per caso è rimasto chiuso nei suoi cassetti qualche altro “Minchia signor tenente”. Allora avrei una grande motivazione e starei sveglio la notte per scrivere. Ci vogliono le grandi motivazioni per fare le grandi cose, altrimenti si va in vacanza e io in ferie non ci vado mai”.

Non è l’unico impegno per il 2018 di Dodi Battaglia che il prossimo 1 giugno si prepara a festeggiare i 50 anni di una carriera straordinaria con un grande concerto insieme a tutti i suoi amici musicisti in Piazza Maggiore a Bologna. “Per me quella è una data speciale per tanti motivi: anzitutto è il mio compleanno, poi il giorno dopo è 2 Giugno che è la festa della nazione e infine il 1 giugno di cinquant’anni fa Valerio Negrini e Roby Facchinetti vennero a Bologna in un piccolo locale dove suonavo in un complesso a chiedermi di entrare a far parte dei Pooh. Siccome sono entrato a far parte del gruppo due anni dopo la sua formazione adesso tocca a me festeggiare i 50 anni di carriera e sul palco ho invitato tanti amici”. A questo si aggiungerà nel prossimo inverno un tour teatrale per dare spazio a quei brani meno conosciuti, che però non sono per niente minori, collezionati in mezzo secolo di carriera con i Pooh e di collaborazione con l’amico paroliere Valerio Negrini, al quale Dodi Battaglia ieri sera sul palco del Salone delle Feste ha voluto dedicare anche un pezzo strumentale. “Penso che ognuno di noi vorrebbe tornare a casa la sera, dalla sua donna, e dirle “Amore ho scritto questi versi” per recitarle il testo di “Uomini soli”, lui è stato capace di farlo”. Una leggenda della musica italiana e non solo Dodi Battaglia, fiero della sua carriera nel gruppo che per anni ha contesto ai Rolling Stones la palma della longevità, “alla fine hanno vinto loro, ma noi ci siamo conservati meglio” ha scherzato, così come della laurea honoris causa che gli ha tributato il Conservatorio di Matera, “un’autentica rarità nella musica dove ogni titolo va sudato, l’hanno data solo a me e al maestro Ennio Morricone”.

In un’ora e mezzo di concerto Dodi ha incantato il pubblico con le canzoni della sua nuova carriera da solista e gli immancabili classici dei Pooh, con un finale in crescendo di fronte a un centinaio di fans che in piedi sotto il palco all’ultimo piano della casa da gioco l’hanno aiutato a cantare i ritornelli di “Cercami”, “Chi fermerà la musica” e “Pensiero”, canzoni che sono diventate dei classici per ogni generazione. Un grande musicista e un grande cuore quello di Dodi Battaglia che lunedì sera si tingerà di azzurro, come i colori della nazionale e il titolo della canzone composta per i mondiali del 2006 che tanta fortuna portò all’Italia. “Durante l’anno il mio cuore calcistico è metà bolognese e metà interista e quindi sono abituato a soffrire. Domani sera come tutti guarderò la partita e farò il tifo, anzi se serve a portare ancora fortuna e far vincere i mondiali mi metto a disposizione con la mia chitarra”. La Federcalcio è avvisata, un portafortuna come Dodi Battaglia è sicuramente da convocare.