Divorziata per forza e a sua insaputa: marito accusato di bigamia

La coppia si era trasferita in Moldavia. Dopo la rottura lei è tornata in Italia dai figli

Divorzio

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Como, 18 settembre 2017 - Un matrimonio in Italia, un nuovo matrimonio in Moldavia e un divorzio deciso senza avvisare la prima moglie. Procedura regolare nei Paesi dell’Est, ma commessa in violazione dei diritti essenziali riconosciuti dalla legge italiana. Con un’inevitabile conseguenza: che l’uomo, un pensionato di Valbrona, si ritrova ora nella condizione di bigamo. Un corto circuito burocratico emerso quasi casualmente, nell’iter di separazione aperto dalla prima moglie dell’uomo, che ha scoperto, con sua grande sorpresa, che suo marito era già diventato un ex, senza che lei ne sapesse nulla. La coppia ha vissuto per anni in Italia, prima di spostarsi in Moldavia, Paese d’origine della moglie, dove il costo della vita più basso le consentiva di vivere con più agio. Tuttavia poco dopo il trasferimento, l’uomo ha iniziato una relazione con un’altra donna.

Il matrimonio è franato, e la prima moglie, dopo essersi trovata da sola e senza un lavoro, ha deciso di tornare in Italia dai figli. Qualche tempo dopo si è rivolta agli avvocati Roberto Melchiorre e Girolamo Alfieri per avviare la pratica di separazione e ottenere un assegno di mantenimento. È stato così che i suoi legali si sono resi conto che nel frattempo il marito aveva fatto una serie di cose a sua insaputa: un divorzio dalla prima moglie, innanzi tutto, registrato al Tribunale moldavo di Nisporemi il 17 aprile 2014, il cui atto era stato trasmesso al Comune di Valbrona e qui registrato. Senza che a lei venisse notificato nulla, dal momento che la procedura moldava non lo prevede. L’uomo si è inoltre risposato con la nuova compagna, convinto di essere ormai svincolato dal precedente matrimonio. Assieme ai suoi avvocati, la donna ha deciso di procedere contro questo provvedimento, per cercare di riappropriarsi di quei diritti che le erano stati negati. Perché quel metodo normalmente adottato dal Paese dell’Est per porre termine a un matrimonio regolarmente contratto e riconosciuto in Italia qui è da considerarsi una violazione del diritto di difesa. La prima moglie si è così rivolta al Tribunale di Como, dove alcune settimane fa il giudice Donatella Montanari ha emesso una sentenza a lei favorevole, annullando la trascrizione di quel divorzio del 2014. Un provvedimento inefficace nell’ordinamento italiano» viene definito «in quanto la moglie non è stata messa nelle condizioni di partecipare alla procedura di divorzio». A maggior ragione, in quanto la Moldavia non rientra tra gli Stati membri dell’Unione Europea, con cui sono stati ratificati accordi di riconoscimento automatico delle procedure e conseguenti sentenze.

Così oggi, a tre anni di distanza da quel divorzio a lei ignoto e valido solo in Moldavia, la donna si ritrova ancora regolarmente sposata, e titolata a esercitare tutti i diritti riconosciuti nell’economia di una separazione. Suo marito, invece, sposato con due donne. Anche lui probabilmente ignaro di questo dettaglio.