Claino, uccise una giovane madre e prese a sprangate un tabaccaio: torna libero

Per i giudici non è pericoloso e può uscire dalla comunità. Nel 1991 uccise una donna con la marmitta di un motorino, cinque anni fa l'aggressione a Pescarenico con una spranga d'acciaio.

La mazza con la quale aggredì il tabaccaio di Pescarenico

La mazza con la quale aggredì il tabaccaio di Pescarenico

Claino con Osteno (Como), 11 gennaop 2018 - La vicenda giudiziaria di Angelo Bugna, 48 anni, originario di Valsolda, divide Procura e Tribunale di Lecco. Dopo aver scontato 21 anni di carcere per l’omicidio di una giovane madre di Claino con Osteno, e altri due anni per aver aggredito un tabaccaio di Lecco, Angelo Bugna è tornato in libertà a novembre e subito dopo è stato accompagnato in una comunità protetta della Bergamasca. Ieri il caso Angelo Bugna è finito davanti al Giudice delle udienze preliminari di Lecco, Paolo Salvatore. Il Pm Cinzia Citterio ha chiesto l’obbligo di dimora in una comunità protetta perché ritenuto soggetto pericoloso, mentre il suo legale di fiducia, l’avvocato Francesca Rusconi, era di parere contrario. Il Gup Paolo Salvatore ha respinto la richiesta della Procura, quindi il 48enne lariano, può tornare in libertà. 

Sul caso Bugna si era svolto a inizio dicembre un incontro tra Procura, servizi sociali del Comune di Lecco e ATS di Lecco e Brianza per trovare una soluzione. Tutto rinviato fino a ieri, quando si è svolta l’udienza in tribunale a Lecco. Angelo Bugna il 15 ottobre del 1991 aveva ucciso a Claino con Osteno Donatella Carerini, 33 anni, madre di tre figli. All’origine del delitto diverbi con il marito della donna e, quando raggiunse l’abitazione Bugna colpì la donna con la marmitta del motorino. Per l’efferato omicidio Bugno venne condannato a 21 anni di carcere in Corte d’Assise a Como. Scontata la pena venne affidato ad una comunità di Lecco. 

Cinque  anni fa un altro episodio di violenza, questa volta a Lecco: Angelo Bugna aggredì un tabaccaio del rione Pescarenico di Lecco, colpendolo alla testa con una spranga d’acciaio. Gli agenti della questura di Lecco sono riusciti a individuarlo, grazie anche il sistema di videosorveglianza del rione. Le accuse: tentata rapina, lesioni aggravate e porto di strumenti atti a offendere. Così si sono nuovamente aperte le porte del carcere per Angelo Bugna che ha finito di scontare la pena lo scorso novembre. Tornato in libertà ha manifestato segni di pericolosità sociale, ma il tribunale di sorveglianza di Varese aveva già respinto una richiesta di obbligo di dimora in comunità e, in attesa del pronunciamento del tribunale di Lecco, era stato accompagnato in una struttura della provincia di Bergamo. Ieri il Gup di Lecco ha deciso che non ci sono gli estremi per la dimora in comunità ed ora Angelo Bugna tornerà libero.