Carugo, agguato a colpi di pistola: tre arresti per il tentato omicidio

Tre ordinanze di custodia cautelare dopo il caso del ragazzo gambizzato in mezzo alla strada

Carabinieri

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Carugo (Como), 3 ottobre 2017 - L'uomo che gli aveva sparato alla gamba era stato individuato subito, nel giro di poche ore, dai carabinieri della Tenenza di Mariano Comense. Ma ora gli stessi militari, al termine di un mese di indagini, sono arrivati a eseguire altre tre ordinanze di custodia cautelare, legate al ferimento di Hicham Jlaibi, marocchino di 24 anni, ferito la sera del 29 agosto in via Piave. Il giorno successivo i carabinieri avevano arrestato l’uomo accusato di avergli sparato, Gianfranco Raffa, 38 anni di Carate Brianza. Ma fin da subito era apparso chiaro che quella sera non era da solo.

Partendo dal telefono cellulare trovato nella sua abitazione dai militari, e dai due caschi indossati dagli uomini che, a bordo di una moto, avevano raggiunto Carugo, si è arrivati a identificare Jesus Villar Ramer, 24 anni di origine dominicana e residente a Cantù. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato in compagnia di Raffa al momento dell’aggressione. A carico di entrambi, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip di Como Carlo Cecchetti, ipotizza il tentato omicidio e il porto abusivo di arma in luogo pubblico, il primo come esecutore, il secondo in concorso. 

I carabinieri sono riusciti anche a risalire a chi aveva prestato la pistola calibro 7.65 usata quella sera: si tratta di Mattia Mandaradoni, 26 anni di Cantù, che deve ora rispondere della detenzione illegale dell’arma. Pistola che, dopo l’esecuzione, gli sarebbe stata riconsegnata, senza tuttavia che lui avesse consapevolezza di come era stata utilizzata. Infine l’ordinanza ha raggiunto anche Simona Papandrea, 45 anni di Carugo, con le accuse di spaccio di stupefacenti. Era stata lei la sera del ferimento, ad accompagnare Jlaibi al pronto soccorso di Cantù, assieme a un amico. Gli accertamenti per capire in quali rapporti fosse con il ferito, hanno portato a ricostruire un’attività di spaccio di cocaina riconducibile a lei. Denunciato a piede libero l’amico, per le stesse accuse. Il movente di quel ferimento non è ancora stato chiarito con certezza, ma i carabinieri ritengono che sia legato a questioni di droga. A Jlaibi quella sera pare fosse stato intimato di inginocchiarsi prima dell’esplosione dei colpi, ma lui era riuscito a sfuggire.