Cantù, il Carnevale batte cassa a Roma

Dopo diverse edizioni rovinate dal maltempo a Cantù si attendono i soldi promessi dal Governo dopo che la manifestazione è stata riconosciuta fra i Carnevali storici d'Italia

Il Carnevale di Cantù

Il Carnevale di Cantù

Cantù (Como), 3 gennaio 2017 - La parola Carnevale da tempo non fa più ridere a Cantù, soprattutto il comitato organizzatore che nelle ultime due edizioni ha chiuso il proprio bilancio in rosso, malgrado l’impegno di oltre un centinaio di carristi. Nel 2015 a funestare le sfilate fu la neve, nel 2016 ci mise il suo zampino la pioggia, con il risultato che di tre sfilate alla fine si riuscì a organizzarne sì e no un paio. Adesso che la manifestazione è stata riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali tra i Carnevali storici italiani, si spera che in aiuto ai carristi canturini possa venire Roma.

Da tempo infatti il comune si è sfilato dalla manifestazione e anche gli sponsor privati sono sempre più scarsi. I soldi promessi dal ministro Dario Franceschini, che l’anno scorso parlo di un finanziamento da un milione di euro da suddividere tra i 21 Carnevali storici italiani, servirebbero non a ripagare il lavoro di volontari, che per passione per dieci mesi l’anno modellano e dipingono a mano i grandi carri allegorici alti anche più di una decina di metri, ma almeno il costo della carta e del cartone da acquistare in quantità industriale per preparare la cartapesta. «Ancor oggi non conosciamo l’entità dei contributi erogati dal Ministero che dovrebbero servire a coprire i consti affrontati nel 2016 – spiega il presidente del Carnevale Canturino, Fabio Frigerio – mentre ormai ci troviamo alle prese con le sfilate dell’edizione 2017». Già note le date delle tre esibizioni in programma, due a febbraio (il 19 e il 26) e l’ultima il 4 marzo, che però rischiano di essere le ultime se da Roma non si decideranno a sbloccare i fondi.

«Il Carnevale è un settore dell’industria culturale e turistica italiana – sottolinea Maria Lina Marcucci, storica anima del Carnevale di Viareggio, al quale anche Cantù è associata attraverso l’associazione Carnevalia – un evento che contribuisce in maniera significativa all’economia del nostro Paese sia in termini di fatturato che in termini occupazionali. Non ci è dato di sapere se il finanziamento è da considerarsi una tantum o fa parte di un progetto di lungo termine, come era stato annunciato. Noi organizzatori siamo costretti a fare, ogni anno, degli sforzi immani per avviare la programmazione delle manifestazioni, non avendo alcuna certezza sui possibili contributi a sostegno». Unica consolazione per la Città del Mobile il fatto di trovarsi in buona compagnia, insieme a manifestazioni come il Carnevale di Venezia, quello di Viareggio, Fano, Putignano, Cento, Santhià, Ivrea, Treviso, Borgosesia, Acireale, Sciacca, Manfredonia, Foiano della Chiana, San Giovanni Valdarno, Gambettola, Avola, Cantù, Castelnuovo di Sotto. «Ci auguriamo che il Governo voglia presto riconoscere le specificità delle nostre attività – conclude Frigerio - e disciplinare questo settore con misure ed azioni stabili e consolidate che gli permettano di integrarsi a pieno titolo nelle iniziative che fanno grande il settore turistico e culturale del nostro Paese».