Carlazzo, mobilitazione per salvare la scuola di San Pietro

Raccolgono 624 firme e bussano al Comune di Carlazzo. "La scuola di San Pietro non deve chiudere"

La raccolta firme

La raccolta firme

Carlazzo (Como), 25 luglio 2017 - «La scuola di San Pietro non deve chiudere». Un gruppo di genitori ha bussato alle porte del Comune di Carlazzo, paesino di 3mila anime del Comasco, con in mano 624 firme di residenti e 37 di non residenti. «E avremmo potuto raccoglierne di più – sottolineano Monia Casadei, Paola Lancetti, Nadia Capra e Diana Lo Basso, portavoce del comitato –, non possono toglierci anche la scuola». Una scuola che funziona, con 91 alunni, di cui 30 provenienti da Porlezza, e con un progetto esecutivo per la ristrutturazione e l’ampliamento (con la creazione di mensa e palestra) già approvato dalla Regione, che aveva puntato sull’edificio 960mila euro. Il 10 maggio il Comune – che recentemente aveva investito oltre 90mila euro sempre sull’edificio di San Pietro – ha scelto di percorrere una strada diversa: ampliamento della scuola primaria di Carlazzo – che si trova più in montagna – e trasferimento di tutti gli alunni in quel plesso scolastico.

Il nuovo progetto rientra nel piano “Sblocca Scuole 2017” per cui, a febbraio, sono stati chiesti spazi per 778mila euro. Il trasloco e l’accorpamento sarebbero in previsione per il 2019-2020. «L’obiettivo da perseguire – si legge nella delibera – è la razionalizzazione dei futuri costi di gestione e manutenzione, con una struttura funzionale, esteticamente apprezzabile e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico». «Così si butterebbe nel cestino un progetto fatto e finito, per il quale eravamo già in graduatoria, per una bozza di progetto che non costerà di meno e che per noi sarà dispendioso», tuonano invece le mamme, che stringono fra le mani una lettera siglata dall’associazione genitori dell’Istituto comprensivo di Porlezza. «Non è un Comune geograficamente semplice il nostro, c’è solo una corriera al mattino, se passa – continuano –. Servono due scuole». Metà dei bambini oggi si sposta a piedi, pranza a casa. «Da qui il pulmino ci metterebbe 40 minuti – sottolineano –, senza contare quando nevica. Non capiamo le ragioni, l’unica che ci è stata data è che servirà ad animare il paese di Carlazzo, che sta morendo, ma è San Pietro Sovera che in questi anni ha visto aprire solo ipermercati e chiudere servizi: non abbiamo più ambulatori, non abbiamo la posta, non possono chiudere anche la nostra scuola».