Carimate, nel Santuario spuntano gli affreschi del 1300

La sopresa durante i lavori di restauro al Santuario della Madonna dell’Albero. La sua storia va retrodatata di duecento anni

L'architetto Emiliano Marzorati e la restauratrice Antonella Paola Ferrari

L'architetto Emiliano Marzorati e la restauratrice Antonella Paola Ferrari

Carimate (Como), 19 gennaio 2018 - Mentre si celebra il suo quinto centenario, il restauro regala al Santuario della Madonna dell’Albero duecento anni di storia inedita. Durante i lavori di rimozione delle malte, è infatti venuto alla luce un ciclo di affreschi trecentesco, rappresentante la Crocifissione e alcuni santi. Una scoperta che ridisegna la storia del complesso religioso, e allo stesso tempo regala al territorio, e ai suoi percorsi culturali, una pagina rimasta finora sconosciuta. La sua consacrazione porta la data del 5 giugno 1517: per secoli è stato considerato il momento corrispondente alla nascita del Santuario, tanto che in occasione del centenario la parrocchia di Carimate ha voluto avviare una serie di lavori che comprendevano opere conservative e di manutenzione. Così la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e paesaggio di Milano ha richiesto indagini stratigrafiche preliminari agli inizi dei lavori, per individuare eventuali cromie delle pareti e delle volte non affrescate. 

Un lavoro progettato dall’architetto Emiliano Marzorati di Figino Serenza assieme alla restauratrice, Antonella Paola Ferrari, procedendo sotto la supervisione della stessa Soprintendenza. Fino ad arrivare alla scoperta. Le operazioni di restauro hanno riguardato principalmente il consolidamento degli intonaci dipinti nell’abside e nel transetto. Nelle cappelle laterali, dove nel 1974 erano stati strappati affreschi di fine XV e inizio XVI secolo, sono state rimosse le malte cementizie: riportando così alla luce frammenti di un ciclo pittorico trecentesco che rappresenta la Crocifissione, e intonaci graffiti di epoca antecedente, riconducibili a un periodo medievale. Su tali graffiti, sono tuttora in corso accertamenti per capire, come hanno suggerito le prime impressioni, se riconducibili ai Templari, uno dei primi ordini cavallereschi cristiani medievali.

Scoperte che sono dunque di grande importanza, perché consentono di retrodatare di duecento anni l’impianto della chiesa, collocandola nella stessa fase di sviluppo del castello adiacente, che arricchiscono il territorio di questa preziosa presenta artistica. Il ciclo pittorico riaffiorato è ora in fase di studio, ma allo stesso tempo è stata sospesa la realizzazione del libro sulla storia del Santuario, che dovrà ora essere integrato con questa nuova pagina, e completamente rivisto nella narrazione delle origini dell’edificio. 

Il piccolo santuario della Madonna dell’Albero sarebbe stato commissionato per commemorare un’apparizione della Vergine ad alcuni bambini e contadini, annunciando la fine di un periodo di calamità. Il nome della chiesa si lega al ricordo di questa apparizione, rappresentata nell’affresco collocato nell’abside nel 1517, come è documentato da un’epigrafe ancora oggi visibile sul tronco dell’albero. Tuttavia alcuni studi sostenevano già da tempo che quello fosse l’anno dell’ampliamento della cappella gentilizia del castello, realizzata un secolo prima, mentre i dipinti furono portati a termine a inizio 1600.