Como, anziana morta nel rogo: indagine archiviata

Verifiche sulla porta chiusa a chiave che poteva aver impedito la fuga della donna: si trattò di un incidente domestico

Furono i vicini di casa a intervenire per cercare di salvarla

Furono i vicini di casa a intervenire per cercare di salvarla

Como, 7 gennaio 2017 - Nessun colpevole per la morte di Mirella Tettamanti, pensionata di 75 anni, residente nelle case popolari di via Spartaco, vittima di un incendio esploso nella sua abitazione il 29 luglio 2016. Al termine di una quantità di accertamenti svolti per ricostruire come fosse scoppiato quel rogo, e quali possibili vie di fuga avesse a disposizione la donna per mettersi in salvo, il sostituto procuratore di Como Daniela Moroni ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. L’anziana donna, fortissima fumatrice, quel giorno si era assopita con una sigaretta accesa, seduta sul divano letto e con accanto un posacenere. Da lì erano partite le fiamme che in breve avevano ustionato gravemente la donna: quando era stata soccorsa, aveva ustioni gravissime in tutte le parti del corpo, concentrate soprattutto tra busto e addome. Trasportata al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano, era sopravvissuta poco più di 24 ore.

A intervenire per primi erano stati alcuni vicini, che avevano sentito le grida di aiuto, quando ormai la situazione era già compromessa: la settantacinquenne aveva tentato invano di mettersi in salvo spostandosi verso la finestra, fino ad accasciarsi a terra in un angolo, dove era stata trovata pochi minuti dopo dai Vigili del fuoco, i primi a entrare in quella abitazione. Il magistrato ha dato incarico a un consulente per ricostruire cause e sviluppo di quel rogo, arrivando a confermare l’ipotesi iniziale. Tuttavia l’altro aspetto che era necessario verificare, era la possibilità che la porta, chiusa a chiave, avesse impedito alla donna di uscire e di mettesi in salvo. In realtà gli accertamenti hanno stabilito che si era diretta subito verso la finestra, senza nemmeno tentar di uscire sul pianerottolo. L’indagine è quindi stata chiusa con la richiesta di archiviazione, e con la conferma definitiva che si è trattato di un incidente causato dalla stessa vittima.