Cantù, abusi su una bimba di 9 anni: arrestato il cugino della madre

Cinquantenne finisce in carcere con l'accusa di pedofilia

Molestie su minori

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Cantù (Como), 5 ottobre 2016 - Alla mamma ha raccontato tutto la bambina, di soli nove anni, ma già in grado di comprendere che quello che le era successo non era per niente normale. Perché prima di quel giorno, non le era mai capitato che qualcuno la trascinasse in posto appartato, e le facesse quelle cose. Così il racconto di quei minuti, passati assieme a una persona conosciuta, che ha approfittato di lei, si è immediatamente tradotto in una denuncia da parte dei genitori, che ora è sfociata nell’arresto di quell’uomo. Un cinquantunenne, cugino della madre della bimba, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita ieri dai carabinieri di Cantù.  Sono stati loro a ricevere la denuncia e a portare avanti gli accertamenti coordinati dalla Procura di Como.

L’episodio è avvenuto la scorsa estate, nel Canturino, quando la bimba era con degli amici a divertirsi in una piscinetta domestica, dove era riunito un gruppetto di altre persone oltre alla piccola e all’uomo. Qui il cinquantunenne, secondo le accuse di cui deve ora rispondere, sarebbe riuscito ad appartarsi con la bimba all’interno della casa, figlia appunto di sua cugina, compiendo una serie di atti chiaramente a sfondo sessuale. La bambina ha raccontato tutto alla madre, senza trattenersi nulla di quell’esperienza che l’aveva visibilmente turbata. Così, dopo al denuncia, sono partiti gli accertamenti per ricostruire cosa fosse accaduto, per delineare le esatte condotte dell’uomo, e trasformarle in accuse. Un comportamento di una tale gravità, anche in considerazione dell’età della vittima, che lo ha portato in carcere con l’accusa di pedofilia, così come chiesto dal magistrato e accolto dal giudice. Ora l’arrestato dovrà rendere l’interrogatorio, che gli darà la possibilità di rendere la sua versione, ma nel frattempo gli accertamenti di indagine hanno valutato la credibilità e spontaneità dei racconti della bimba, ricostruito i tempi e i luoghi di quello che sarebbe accaduto, anche in questo caso per testare la logica e fondatezza di quanto raccontato dalla piccola. Tutti aspetti ritenuti più che credibili, a fronte del fatto che si sono tradotti in un provvedimento di privazione della libertà, che ha portato in carcere l’indagato.