Inverigo (Como), 30 aprile 2014 - Il paese di Inverigo cela nuovi misteri. Il paese - ricordato per l’impegno del beato Don Carlo Gnocchi verso i suoi «mutilatini» alla Rotonda e già meta di pellegrinaggio per il santuario di Santa Maria alla Noce, che ricorda l’apparizione della Madonna nel 1501, venuta a soccorrere due bimbi che avevano smarrito la strada - è citato nuovamente nelle storie di santi. Questa volta il nome del borgo comasco comparirebbe agli atti per la richiesta di canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, santificato domenica da Papa Francesco: fra le diverse segnalazioni di grazie ricevute per intercessione giunte dal 2000 (ovvero da quando Giovanni Paolo II dichiarò Roncalli beato) ci sarebbe la richiesta di una famiglia inverighese che, nel 2005, raccontò di essere stata testimone diretta di un’inspiegabile guarigione. I fatti risalirebbero al mese di novembre del 2005 e vedono ancora una volta protagonista un fanciullo: i familiari di una bambina, Valentina F., alla quale all’ospedale San Gerardo di Monza era stata diagnosticata una massa tumorale addominale, scrivono che, dopo essere andati a chiedere la grazia a Papa Roncalli, pregando a Sotto il Monte, il cancro scomparve. Il giorno dell’intervento i chirurghi restarono senza parole, non trovando spiegazioni scientifiche. 

LAstoria è stata raccontata il giorno della santificazione di Papa Giovanni XXIII e di papa Giovanni Paolo II anche dal pulpito della parrocchia di Sant’Ambrogio da un don Costante Cereda ancora sorpreso. Perché, mistero nel mistero, in un paesino di super giù 8.500 abitanti, dal 2005 a oggi del caso non se n’era mai parlato. «Io stesso l’ho scoperto da un giornalista che mi ha contattato nei giorni scorsi dopo aver letto gli atti – racconta oggi lo storico prevosto -. In questi anni la famiglia non ci ha mai contattati e nessuno mi ha mai raccontato di una simile guarigione. Forse sono stati tenuti al segreto. O forse solo i nonni abitavano a Inverigo e la piccola altrove. Ad oggi non sappiamo molto di più. Se vogliono parlarne e se qualcuno sa di più però sono qui, a disposizione: è una bella notizia per la comunità, una testimonianza di fede». Perché, anche se il caso non è stato analizzato nei dettagli dal punto di vista clinico per la santificazione, sta di fatto che «se compare agli atti della Congregazione delle cause dei santi la documentazione ci sarà», ribadisce don Costante.