di Alessandra Nanni

Mozzate (Como), 19 aprile  2014 L’ultimo mistero del delitto di Mozzate potrebbe essere nascosto nel Lago Azzurro di Sant’Ermete, una piccola frazione del Riminese. E’ lì che da ieri mattina stanno cercando il corpo di Silvio Mannina, l’ultimo amante di Lidia Nusdorfi, la donna uccisa alla stazione del paesino comasco. Il colpo di scena è opera di Monica Sanchi, la fidanzata del killer, quel Dritan Demiraj che dopo avere confessato il delitto si è chiuso nel silenzio. Mannina è scomparso dal 28 febbraio, il giorno prima dellla mattanza di Mozzate e Monica ha confessato di averlo attirato a Rimini, su richiesta di Dritan, con un messaggio su Facebook.

Silvio arriva in riviera il pomeriggio, alle 18,30, pronto a vivere un’avventura con la sconosciuta dalla voce sensuale incontrata sul web. Ma oltre a lei, ad aspettarlo trova anche Dritan. Secondo il racconto fatto dalla Sanchi agli inquirenti, Mannina all’inizio si arrabbia, poi però Dritan lo ammansisce. Gli chiede scusa della ‘trappola’ e gli spiega che lui è l’ex compagno di Lidia. Ha bisogno di mettersi in contatto con lei, perché i due figli chiedono della madre che è fuggita abbandonandoli. Silvio si intenerisce, anche lui ha una figlia, e accetta di parlare con Dritan. «Cerchiamo un posto tranquillo» dice l’albanese, ed è così che salgono tutti in macchina. Dritan e Mannina sull’auto del primo, e dietro Monica, con la sua. A nessuno sembra strano, quando l’albanese prende per la campagna. Fa oltre 10 chilometri prima di arrivare a ridosso della vecchia cava di Sant’Ermete, dove c’è il Lago Azzurro. Un luogo bellissimo e inquietante, pieno di acquitrini e di silenzio. Sempre secondo il racconto di Monica, una volta arrivati Dritan le chiede di lasciarlo solo con Mannina. «Vai a farti un giro mentre noi parliamo, quando abbiamo finito ti chiamo». Sono quasi le 22, quando l’albanese le telefona mentre lei passeggia per Rimini. «Ti raggiungo». Quando arriva però è solo. «Dov’è Silvio?» «L’ho riaccompagnato in stazione». Lei non si fa domande e lui non dà spiegazioni, come d’abitudine. Quel che è certo è che da quel momento nessuno vedrà più Mannina, anche se il suo cellulare continuerà a inviare messaggi a Lidia per pianificare un appuntamento nel sottopasso della stazione di Mozzate, dove la sera del 1° marzo Dritan, l’uomo da cui lei sta scappando, va ad ammazzarla. Sempre e solo sms, mai chiamate vocali. Forse perché a usare quel cellulare non era più Silvio.
Per tutta la giornata di ieri, 50 uomini, tra carabinieri, sommozzatori dei vigili del fuoco, Protezione civile e Forestale con cani al seguito hanno setacciato il bosco, perquisito i vecchi ruderi e scandagliato parte del lago. Non hanno trovato niente, almeno per ora.