Como, 15 aprile 2014 - È colpa anche della crisi se molte ragazze italiane, per assicurarsi un lavoro, si sono decise a esercitare il mestiere più vecchio del mondo, non nel Belpaese ma in Canton Ticino dove la prostituzione è una professione perfettamente legale e regolamentata. A rivelarlo il rapporto annuale della Polizia Cantonale che fotografa, da Chiasso a Bellinzona, un aumento considerevole di ragazze e donne italiane dedite al meretricio.

Dai bordelli alle saune passando dai bar di appuntamenti sempre più spesso ad intrattenere i clienti, anche in questo caso in buona parte italiani, sono delle connazionali. Secondo le statistiche dalla Polizia Cantonale sarebbero italiane l’11% delle 656 prostitute che esercitano legalmente in Canton Ticino, ancora lontane dalle romene che rappresentano il 70% dell’offerta, comunque davanti alle spagnole che non arrivano al 9% dell’offerta.

Un giro d’affari di centinaia di milioni di franchi l’anno che finisce in parte nelle tasche delle ragazze e in buona parte in quelle di chi affitta loro appartamenti oppure le ospita all’interno dei propri locali. Si calcola che a fronte di un mercato a luci rosse perfettamente legale ce ne sia uno parallelo che sfugge a ogni tipo di controllo. Solo nel corso del 2013 la Polizia d’oltreconfine ha provveduto a sequestri di beni e denaro per oltre 15 milioni di franchi. Costrette a turni massacranti in Italia per arrivare, quando va bene, a mille euro al mese, in Canton Ticino arrivavano a guadagnarli in una sola notte di sesso.

di Ro.Can.