Mozzate (Como), 15 aprile  2014 -L’esito dell’interrogatorio di ieri, tutt’altro che breve, è stato messo sotto silenzio, in attesa di una serie di delicate verifiche da parte degli inquirenti. Ma la domanda che preme più di ogni altra cosa, è capire se dalle dichiarazioni rese da Monica Sanchi in oltre tre ore di interrogatorio, sono emerse informazioni utili a capire quale fine abbia fatto Silvio Mannina. L’operaia trentasettenne di Rimini, compagna di Dritan Demiraj – albanese, 28 anni, in carcere per l’omicidio di Lidia Nusdorfi, avvenuto il 1° aprile scorso nel sottopassaggio di Mozzate – lo ha accompagnato il giorno del delitto, è stata indagata per favoreggiamento, ma strada facendo il suo coinvolgimento in quella vicenda e nella scomparsa di Mannina, è cambiato. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, hanno accertato che tutta la conversazione con il trentenne originario di Castano Primo, ma recentemente senza dimora fissa, era avvenuta attraverso la mail del suo profilo di Facebook.

Lei ha sempre detto di non aver mai avuto contatti con lui, e di non sapere nulla della sua scomparsa, ma forse, in tre ore di interrogatorio, ieri le è stato chiesto ulteriormente conto di questo aspetto, e magari anche risposte che fossero un po’ più esaustive di quanto detto finora. A tutte le domande, la donna ha risposto: non si sa quali siano stati i contenuti di queste nuove dichiarazioni, ma ora partiranno gli accertamenti necessari a capire se ha detto il vero, e se si sono aperte reali possibilità di ritrovare Silvio Mannina. Verifiche che saranno fatte a stretto giro, e i cui esiti potrebbero già arrivare tra oggi e domani. Intanto il magistrato, Simone Pizzotti, ha dato incarico ai medici dell’Istituto di Medicina Legale di Pavia di svolgere le comparazioni genetiche sul dna presente sui reperti trovati sull’auto di Demiraj, tracce biologiche di vario genere, che saranno comparate anche al profilo di Silvio Mannina, per capire se lui sia mai salito su quell’auto. I risultati di questi accertamenti, a partire da quelli scaturiti dalle dichiarazioni della Sanchi, avranno quasi certamente una serie di conseguenze importanti. 

Da un lato potrebbero dare una svolta alle indagini, magari arrivando a definire gli ultimi aspetti non ancora chiari. All’appello, tra l’altro, manca anche il terzo uomo, che avrebbe accompagnato Demiraj e la Sanchi fino a Mozzate il giorno del delitto. Potrebbe essere stato lui a utilizzare il telefono di Mannina, convincendo la Nusdorfi ad andare all’appuntamento nel sottopassaggio, credendo di trovare il trentenne ora scomparso. Dall’altro, se le dichiarazioni dovessero rivelarsi false o infondate, la posizione della Sanchi potrebbe significativamente cambiare.

di Paola Pioppi

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