Gera Lario (Como), 7 marzo 2014 - Carte di caramelle lasciate a terra, proiettili simili a quelli trovati nella sua abitazione, un’insistenza pressante nel voler fissare un incontro la sera dell’omicidio, e soprattutto un possibile movente: un debito di droga dal quale non riusciva a rientrare. Così Franco Cerfoglio, pescatore di 38 anni residente a Domaso, sommità del lago di Como, è stato arrestato ieri con l’accusa di aver ucciso la sera del 3 gennaio scorso Alfredo Sandrini, 41 anni, falegname di Dubino (Sondrio) con precedenti per furto e contrabbando, morto per tre colpi d’arma da fuoco calibro 22, esplosi probabilmente con un fucile.

Sandrini fu colpito alle spalle mentre in bicicletta stava rincasando. Scappando dall’agguato, era riuscito a percorrere circa settecento metri della pista ciclabile che costeggia il lago, poi si era accasciato. Nei pochi minuti in cui era sopravvissuto, non aveva detto nulla, tacendo su chi gli aveva sparato. Dopo due mesi di indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Como e della Compagnia di Menaggio, ritengono di aver individuato l’assassino: il trentottenne Franco Cerfoglio. Il movente: avrebbe avuto un debito di droga, alcune centinaia di euro che non riusciva a consegnare alla vittima, e per il quale era stato picchiato un paio di volte prima di Natale. Forse temendo ulteriori ripercussioni, avrebbe fissato un appuntamento con una scusa, poi avrebbe sparato a Sandrini.

Riuscendo, non facilmente a causa della pioggia di quella sera che aveva cancellato ogni traccia, a individuare il luogo in cui era avvenuto il ferimento, i carabinieri hanno trovato alcune carte di caramelle gusto sambuco senza zucchero identiche a quelle trovate a casa di Cerfoglio: un dettaglio, ma affiancato al movente, ai contatti telefonici, ai proiettili calibro 22 trovati nel suo comodino e alle tracce di polvere da sparo che, due giorni dopo il delitto, ancora aveva sul giubbetto. Cerfoglio, per contro, respinge ogni accusa.