Mozzate (Como), 7 marzo 2014 - Una conferma di quanto già osservato nei primi istanti dopo la sua morte, quando il medico legale ha cercato di capire le cause essenziali della morte di Lidia Nusdorfi, e qualche elemento utile a ipotizzare chi l’avesse uccisa. L’autopsia disposta dal sostituto procuratore di Como Simone Pizzotti, è stata svolta ieri all’ospedale Sant’Anna di Como dal medico legale Giovanni Scola, che ha ricevuto incarico ieri mattina.

Due i colpi di coltello evidenti fin da subito, che l’esame autoptico non ha potuto smentire: alla gola e al torace, all’altezza del cuore, assestati da Dritan Demiraj, il suo ex compagno di Rimini. Un altro oggetto importante, che i carabinieri non sono riusciti a recuperare, è l’ombrello usato dall’uomo per avvicinarsi a Lidia, passando sotto le telecamere della stazione. Un dettaglio non secondario, che implica la precisa volontà di non mostrarsi, e lo studio degli accorgimenti necessari a coprire il volto senza dare nell’occhio. Ma quell’ombrello non è stato trovato.

Arrivato all’appuntamento con la sua ex vestito con cura, Demiraj si sarebbe immediatamente cambiato, forse appena arrivato a casa, disfandosi degli abiti quasi certamente sporchi di sangue: ma anche dei pantaloni e della giacca indossati dell’uomo sabato sera a Mozzate, non c’è traccia. Ieri, la donna con cui Demiraj aveva una relazione in questi ultimi tempi, Monica Sanchi, operaia di 37 anni di Rimini, ha ribadito di non essersi accorta di nulla la sera in cui sono andati entrambi a Mozzate insieme a un amico dell’uomo non ancora identificato.

«Quando siamo rientrati a casa - ha detto la donna -. Dritan si è cambiato gli abiti. Ho dormito con lui senza sapere nulla e solo il giorno dopo, quando ho visto in televisione la notizia della morte di Lidia, ho riconosciuto i luoghi in cui ero stata poche ore prima. Da quella sera non dormo. Quell’uomo mi ha rovinato la vita, non riesco a pensare a nient’altro che a quel delitto». Dell’uomo che era in auto con loro non ha saputo dire molto di più: «Non lo avevo mai visto - ha continuato la donna -. Ha fatto tutto il viaggio con noi, ma non so chi sia». La Sanchi è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento di Dritan Demiraj: la sera di domenica si era presentata dai carabinieri di Rimini per portare gli abiti al 38enne e solo in quel momento aveva raccontato di essere stata in macchina con lui la sera prima.