Como, 6 marzo 2014 - Conosciuto in tutto il mondo per le sue atmosfere romantiche il Lario cela anche un lato misterioso, non meno affascinante, popolato di mostri e addirittura di Ufo, avvistati a più riprese non da suggestionabili appassionati di fantasy bensì da serissimi piloti dell’aeronautica, che nel corso degli anni a più riprese sorvolando il lago di Como hanno segnalato di avere compagnia. Dal 1938 a oggi sono state circa 400 le segnalazioni di oggetti misteriosi in volo sul Lario.

Una storia raccontata con dovizia di particolari, sul Lario e nel resto d’Italia, da Lao Petrilli e Vincenzo Sinapi in «Ufo. I dossier italiani», edito da Mursia, nel quale vengono finalmente svelate le segnalazioni di misteriosi avvistamenti da parte dei piloti dell’Aeronautica Militare rimasti top secret per anni negli archivi dell’Esercito. «L’oggetto sconosciuto si è avvicinato al velivolo mentre sorvolavo il lago di Como a una quota stimata di 190/200 FL (“flight level” nel gergo tecnico dell’aeronautica, ndr) e mi ha seguito fino a Ronchi (dei Legionari) - riferisce nel settembre del 1973 al comando della base veneta il pilota di un DC) Ati decollato da Milano e diretto a Venezia - Forma quasi circolare, bianco luminoso, con illuminazione interna tipo velivolo di linea (luci di cabina) con luce verde di destra non molto brillante e luce sinistra rossa intensa che si riportava con movimenti repentini seguendo una linea spezzata con virate ad angolo retto». E il Lario compare spesso in questi x-files italiani, addirittura fin dal lontano 1938, ben prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. L’impennata di avvistamenti però è successiva e va fatta risalire al 1954, quando tra l’ottobre e dicembre per ben dieci volte piloti che sorvolavano il lago s’imbatterono in velivoli sconosciuti e in grado di volare a velocità inconcepibili per l’epoca. Nel marzo del 2000 due Ufo furono avvistati solcare le acque del Lario sul ramo lecchese, a pochi chilometri da Mandello del Lario. A raccontarlo alla stazione dei Carabinieri del paese è un ristoratore del posto, in una denuncia finita nel libro di Petrilli e Sinapi.
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«MI TROVAVO sul piazzale antistante il nostro ristorante-pizzeria sito sulla via Statale di Mandello del Lario, quando all’improvviso ho notato all’orizzonte un luminosissimo fascio di luce di colore giallo che ha attraversato il cielo tenendo la direzione Sud-Nord. L’avvistamento è avvenuto in direzione della cima Corni di Canzo che sovrasta il comune di Valmadrera e che si affaccia sul lago di Lecco (...)». Quella sera il cielo era sereno e non c’era vento, la visibilità era ottima. A confermare l’episodio un testimone dall’altra parte del lago, che denuncio il misterioso avvistamento ai Carabinieri del Radiomobile. <QM>Ro.Can.