Mozzate (Como), 2 marzo 2014 - «Qui non c'è mai nessuno: abbiamo paura da anni, come dovremmo sentirci ora?». Allarga le braccia uno dei tanti pendolari che ieri sera, appena appreso dell’omicidio, ha raggiunto la stazione delle Ferrovie Nord del paese, dove alle 19.20 di ieri sera è morta dissanguata, nel sottopasso, Lidia Nusdorfi, una donna di 35 anni, riminese, da cinque mesi domiciliata in paese. Sconvolta l’intera Mozzate: pochi minuti dopo l’omicidio il sindaco, Luigi Monza, ha voluto raggiungere la stazione per accertarsi di persona dell’accaduto. Andandosene preoccupato dopo aver appreso dell’omicidio.

La stazione è stata temporaneamente chiusa per poi essere riaperta grazie anche all’intervento della locale protezione civile che si è fatta carico di scortare i passeggeri diretti ai treni. Non è ancora chiaro chi abbia dato l’allarme, anche se è probabile che a trovare la donna ferita sia stato un pendolare. Di certo un’anziana residente in prossimità della stazione, sconvolta, avrebbe dato l’allarme gridando dalla finestra: «Aiuto, aiuto, hanno colpito una ragazza».

Il tutto alle 19.20 di ieri, poco prima che in stazione arrivasse il treno delle 19.49 Cislago-Milano Cadorna che la donna aveva intenzione di prendere. Inutili i tentativi di soccorso del 118 di Como: dopo una breve agonia la donna è morta lì dove è stata accoltellata, nel bel mezzo del sottopassaggio della stazione.

Chi l'ha uccisa è stato quasi certamente filmato dalle telecamere di sicurezza dell’edificio che sorvegliano sia l’ingresso che l’uscita dell’attraversamento: si tratterebbe forse di un giovane, probabilmente italiano, che l’avrebbe raggiunta alle spalle. I carabinieri hanno immediatemente passato al setaccio l’intera Mozzate per cercare di raggiungere quanto prima l’assassino.

Non è ancora chiaro il movente: le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Cantù e dal sostituto procuratore della Repubblica di Como, Simone Pizzotti e, stando ai rilievi della serata di ieri, gli investigatori non sarebbero orientati a ricondurre l’episodio a una semplice rapina. Anche i filmati delle telecamere che sorvegliano il municipio, distante qualche decina di metri, conterrebbero elementi utili alle indagini.

Le ferite sul corpo di Lidia Nusdorfi hanno inizialmente fatto credere ai soccorritori che fosse stata colpita da dei cocci di bottiglia; un’analisi più approfondita avrebbero invece escluso questa ipotesi, accertando che l’assassino nella sua aggressione ha utilizzato un coltello affilato. Stando ai primi rilievi non ci sarebbero testimoni oculari: la stazione è dotata di biglietteria automatica e a quell’ora a presidiarla non ci sarebbe stato personale in servizio.

La donna viveva da appena qualche mese in paese: originaria di Rimini si sarebbe trasferita a Mozzate con dei parenti. A quanto risulta non aveva un’occupazione fissa.