Erba (Como), 10 gennaio 2014 - Questa mattina Rosario Lo Conte viene interrogato al Bassone dal giudice Maria Luisa Lo Gatto, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore Massimo Astori. Il funzionario dell’Agenzia delle Entrate, 61 anni residente a Como, che nel frattempo è stato sospeso dal servizio, deve rispondere di una serie di episodi di corruzione, che arrivano a coinvolgere imprenditori, commercianti, contribuenti ma anche, per il momento, una serie di commercialisti.

«Intendiamo rispondere alle domande del giudice – afferma Massimo Ambrosetti, difensore di Lo Conte – poi valuteremo le nostre richieste». I tre capi di accusa che lo hanno portato in carcere, riguardano innanzi tutto un pagamento da 20mila euro che lo Conte avrebbe incassato nel 2011 dall’impresa edile Valsecchi Costruzioni srl di Osnago, attraverso l’interessamento del loro commercialista e membro del Collegio Sindacale, Claudio Caramaschi. Denaro versato per definire a loro favore un contenzioso tributario, ma anche per evitare in futuro ulteriori controlli a carico dell’impresa e delle società collegate. Il secondo episodio riguarda un orologio ricevuto da una coppia di coniugi, titolari di un’oreficeria a Milano, che avrebbe consegnato, sempre nel 2011, un orologio del valore di cinquemila euro per intercedere nella posizione fiscale: orologio che sarebbe stato ritrovato dai militari della Guardia di finanza di Lecco, che hanno condotto le indagini, durante le perquisizioni fatte in occasione dell’arresto di Lo Conte, martedì mattina. Infine il funzionario avrebbe intascato 1.500 euro da un suo conoscente per intervenire nel contenzioso legato al valore di un terreno acquistato nel 2012. Gli inquirenti finora ritengono di aver accertato otto episodi in cui Lo Conte ha ricevuto denaro o regali dai contribuenti, quasi sempre attraverso i commercialisti, e altre cinque persone a cui avrebbe compilato la dichiarazione dei redditi o Imu dietro compenso, tra i 50 e i 320 euro, a testimonianza dell’attività parallela portata avanti dal funzionario in contrasto con il suo ruolo pubblico. Il denaro, in contanti, doveva essere sempre consegnato in banconote di piccolo taglio: ora la Guardia di finanza sta accertando, per quanto riguarda le società, la provenienza di quel denaro usato per pagare Lo Conte, le cui cifre variano tra i 20mila euro della Valsecchi, fino ai 2.500 che il commercialista Mario Carlo Novara di Desio, avrebbe consegnato nel 2013 per un avviso di accertamento alla Colzani spa di Seregno, e per cartelle esattoriali della Comasina Service. L’arco temporale in cui si collocano gli episodi finora finiti tra le ipotesi di reato, tra il 2006 e il 2013, fa ritenere agli inquirenti che tali condotte non siano legate a situazioni contingenti, ma piuttosto espressione di quella che era diventata una abitudine radicata.

di Paola Pioppi