Como, 2 gennaio 2013 - Serio, assorto e concentrato in ciò che deve fare. Ma quando lo ringrazi per averti portato il pane o una bottiglia d’acqua, sorride soddisfatto. Da mesi sfila in silenzio tra i tavoli del ristorante Cibooooh, centro storico di Como. Solo a mezzogiorno, per tre volte la settimana. Perché Andrea Esposito lavora come cameriere, ma ritagliando spazi tra i suoi tanti impegni: nuoto, equitazione, le attività che gli servono a tenersi in forma. Ha 23 anni, è ed un ragazzo down. Presenza sicuramente insolita e gradevolissima, perché Andrea ispira subito simpatia. A pelle. Mai fermo, avanti e indietro tra le sale con il grembiulone bordeaux da oste vecchio stile, pronto ad ascoltarti.

Una bottiglia d’acqua, un caffè. Qualcuno che chiede il conto. Ascolta, annuisce e parte veloce a riferire cosa serve. Silenzioso, ascolta e risponde con poche parole, a volte solo con un “sì”. Poi si allontana deciso. Lavora. Ed è lavoro vero. La sua presenza non è stata conseguenza di un incontro casuale, ma un desiderio pensato e voluto da Jonathan Cortese, uno dei soci del ristorante. «A febbraio mi sono rivolto a un’associazione di Cantù che segue questi ragazzi, e ho chiesto di poter lavorare con uno di loro. Ne avevano selezionati tre, tutti con caratteristiche simili, adatti a stare a contatto con la gente e a svolgere un lavoro come il nostro. Non so dire perché abbiamo scelto Andrea: forse è stata una simpatia epidermica, anche se anche gli altri due ragazzi ci erano piaciuti molto». Si è dimostrato affidabilissimo: per tre giorni ogni settimana, lavora durante l’orario di pranzo, accompagnato dal papà e della mamma.

«È stata una gran fortuna avere un’occasione come questa – dice lei sorridente – Andrea ha i suoi giorni, alti e bassi, ma è davvero contento di lavorare qui». Nei mesi, è diventato sempre più preparato. Non solo con i clienti abituali, ma anche con chi per la prima volta si siede ai tavoli di Cibooooh. Disinvolto nel portare in tavola le cose essenziali, pronto a sistemare quando i clienti se ne vanno. Andrea ormai sa cosa deve fare, e questo stare con gli altri, a fare un lavoro per il quale gli sono state affidare responsabilità precise, lo ha reso poco alla volta più sicuro di sé. E contento, soprattutto, spazzando via ogni dubbio inziale. «Ogni tanto me lo dice che è contento – dice Jonathan Cortese – A modo suo, con semplicità, ma ormai lo conosciamo bene». A Como è l’unico esercizio pubblico che ha fatto questa scelta, assieme a pochi altri in Italia: «Dovrebbero farlo anche altri — conclude Jonathan – negozi, locali pubblici».
 

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