Como, 30 dicembre 2013 - Un cappuccio, un’acqua frizzante e un succo di frutta consumati in un locale del centro storico di Lugano. Dolce spuntino, conto salato: 14 franchi, circa 12 euro. Lo smartphone immortala il momento in una foto che nel giro di pochi secondi è on line, sulla bacheca Facebook dell’avventore del bar, il comico targato Zelig Giovanni Vernia, conosciuto dal grande pubblico per il suo riuscito personaggio Jonny Groove.

Per chi come lui è abituato a prenderla sul ridere, pubblicare sul suo profilo quello scatto, con tanto di nome della caffetteria impresso sullo scontrino - accompagnato da una sua personale riflessione : «Bellissimo pubblico ieri sera a Lugano! Grazie! Avrò un ricordo stupendo e questo non lo dimenticherò mai...» - voleva essere solo una battuta. E invece ha scatenato il putiferio, con oltre tremila commenti, settemila “mi piace” e una vera e propria battaglia all’ultimo post tra Svizzera e Italia.

Vernia venerdì  era  oltre confine per uno spettacolo al Palazzo dei Congressi di Lugano. Prima dell’esibizione il comico ha deciso di regalarsi un momento di relax nel bar ristorante Olimpia di piazza Riforma. Senza immaginare che il conto sarebbe stato  “sorprendente”. E così, per condividere lo stupore di aver dovuto sborsare quei 12 euro, ha deciso di renderlo pubblico. Forse sottovalutando quello che frontalieri e comaschi sanno bene: l’acredine che da sempre contraddistingue i rapporti tra svizzeri e italiani. Il primo a commentare è stato proprio il proprietario del locale, Giovanni Sassi, che con toni decisamente stizziti ha invitato  il comico a  non tornare più in Svizzera.

Dal suo commento in poi è stata una vera e propria guerra: da una parte i connazionali di Vernia, che davano al padrone del bar del «provincialotto», e non solo; dall’altra gli svizzeri con l’invito neanche troppo gentile rivolto a tutti gli italiani di «rimanere a casa loro». Insomma, una vera e propria bagarre virtuale, che Vernia ha cercato di smorzare con un secondo post, pubblicato poche ore dopo: «Forse mi sono espresso male, intendevo solo dire che non sono abituato a pagare quei prezzi«. Tregua accolta dal proprietario del bar che ha invitato Vernia nel suo locale per bere qualcosa insieme. Chi pagherà il conto, però, non lo ha specificato.

di Chiara Giaquinta