Magreglio, 25 giugno 2013 – Una condanna a quattro anni e mezzo di carcere per peculato e falso. E’ la sentenza letta questa mattina a carico del sindaco di Magreglio, Giovanna Arrigoni. Il Tribunale Collegiale di Como – Vittorio Anghileri, Gianluca Ortore, Carlo Cecchetti – ha inasprito la richiesta a quattro anni di carcere avanzata dal pubblico ministero Giuseppe Rose, e ha disposto un risarcimento di 350mila per il Comune di Barni, costituito parte civile.

Parte delle contestazioni sono risultate prescritte o indultate, e la quantificazione della pena tiene conto della concessione delle attenuanti generiche, con il relativo sconto. La Arrigoni era stata indagata dalla Guardia di finanza di Erba due anni fa, in qualità di contabile del Comune di Barni, di cui è stata dipendente per anni fino all’estate 2011. Secondo le accuse, il primo cittadino di Magreglio si sarebbe appropriata tra 1999 e 2011, di 323mila euro, di cui aveva disponibilità nel suo ruolo lavorativo, che avrebbe dirottato verso la Pro Loco di Barni, di cui era lei stessa presidente, o trattenuto direttamente per sé. Inoltre avrebbe formato una falsa delibera per ottenere un fido da 145mila euro, parzialmente utilizzato nel 2010.

Il processo a Como si è aperto il 9 aprile scorso, scegliendo il dibattimento per dimostrare la bontà dell’utilizzo di quei soldi ritenuti una appropriazione indebita di quanto nelle sue disponibilità. Il sindaco ha commentato la condanna ribadendo la sua estraneità alle accuse: “Prendo atto della decisione del Tribunale di Como – ha detto – e, come qualsiasi cittadino, sono tenuta a rispettarla. Da quando sono diventata sindaco di Magreglio ho ricevuto attacchi politici di ogni genere, ho subito il procedimento penale odierno, mio figlio è stato minacciato e la mia macchina bruciata. Come tutti i cittadini di Barni sanno, ho costruito in collaborazione con gli alpini la palazzina e il bar del centro sportivo, e mai ho trattenuto somme del Comune. Di quanto ho fatto negli ultimi tre anni, erano a conoscenza tutti gli organi dell’amministrazione. Una volta studiata la motivazione della sentenza, vedrò il da farsi”. La sentenza sarà depositata tra un mese: solo allora si capiranno le valutazioni fatte dai giudici comaschi.