Asso, 9 giugno 2013 - Davanti al giudice, ha ammesso le accuse. Marino Labolina, il ventiseienne di Valbrona finito in carcere con l’accusa di aver accoltellato la fidanzata durante una lite, interrogato ieri mattina dal gip di Como Luciano Storaci, non si è mostrato reticente. Al contrario, assistito dal suo avvocato Alessandro Grassotti, ha raccontato quanto accaduto aggiungendo, come già intuito dagli stessi carabinieri che avevano ricostruito i fatti, che l’aggressione è stata la conseguenza di un momento di alterazione psicofisica di entrambi i giovani, lui e la compagna, che forse avevano anche ecceduto nell’uso di alcol durante la cena.

La ragazza, 24 anni residente nel Lecchese, è ricoverata all’ospedale di Erba con una ferita da taglio all’altezza del fegato, prodotta dalla coltellata che le ha assestato Labolina giovedì notte. Tuttavia, fin da subito, lei aveva cercato di proteggerlo, sostenendo davanti ai carabinieri di Asso, chiamati quando al giovane donna è giunta in pronto soccorso, di non ricordare come si fosse procurata quella ferita. Erano stati gli stessi militari a ricostruire cosa fosse accaduto nelle ore precedenti, arrivando a individuare Labolina a casa di un parente di Asso, dove avevano trovato anche un coltello sporco di sangue e nascosto, probabilmente quello usato per l’aggressione, e il giubbetto rosso della ragazza, sul quale c’erano evidenti tracce di sangue. In un primo momento Labolina aveva detto di non saperne nulla, di essere stato in giro per i campi nelle ore precedenti. Forse un tentativo maldestro di crearsi un alibi, o di riuscire a rimediare in qualche modo le conseguenze di un gesto eccessivo e improvvisato, andato al di là delle sue intenzioni.

Tuttavia, nonostante le sue affermazioni, i militari avevano ritenuto di avere sufficienti indizi per accusarlo di tentato omicidio. Innanzi tutto avevano notato qualche sua contraddizione nel rispondere alle domande, le incertezze evidenti, e una serie di altre cose non lineari, sufficienti a spingerli a fare una perquisizione alla ricerca di qualcosa che potesse chiarire meglio le cose. Ieri mattina l’indagato, ha però deciso di ammettere, ricostruendo cosa era accaduto. Il gip ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa degli ulteriori sviluppi di indagine e, soprattutto, di capire la reale gravità della ferita della ragazza. Per tutta la giornata di ieri, dopo l’intervento a cui era stata sottoposta per suturare la ferita, i medici hanno mantenuto la prognosi riservata. Nessun pericolo di vita per lei, ma sarà necessario qualche giorno per capire le reali conseguenze di quella coltellata.