Lomazzo, 26 maggio 2013 - I suoi capolavori li testa sul fondo del lago, ma i ritrovamenti più importanti li ha fatti in mare aperto, dove i suoi sommergibili robot si sono rivelati dei cacciatori eccezionali di tesori. Così oggi l’ingegner Guido Gay, 74 anni e una grande passione per il mare e la ricerca, sarà premiato a Viareggio con il Premio Internazionale Artiglio, giunto alla sua VII Edizione, al Museo della Marineria, per le «Tecnologie avanzate per l’esplorazione sottomarina» uscite dai laboratori della sua azienda di Lomazzo e per aver localizzato il relitto della corazzata Roma, affondata il 9 settembre 1943.

Di origine piemontese ma con doppia nazionalità italiana e svizzera, l’ingegner Gay ha fondato la Gaymarine proprio in paese, con l’obiettivo di sviluppare nuove tecnologie sottomarine. Nel 1977 nacque Filippo, un piccolo R.O.V. dalle caratteristiche innovative. Poi iniziò a produrre robot subacquei (serie Pluto) con cui ricercare relitti nei fondali marini: a tutt’oggi Gay ha ritrovato ben due relitti moderni e 14 antichi.

L’impresa della vita è stata riuscire a ripescare il relitto della corazzata Roma, l’orgoglio della Marina Italia, che ha ricercato per 69 anni. «Quando ho cominciato la ricerca – ricorda l’ingegner Gay - non avevo le strumentazioni attuali e alla fine ho dovuto fermarmi. Ho ripreso con nuove attrezzature. Ho setacciato il canyon di Castelsardo: il sonar aveva avuto contatti sospetti. Dovevo capire se erano solo rocce o qualcosa di più. Così sono tornato con il robot. Sono sceso a oltre 1.000 metri. Ho visto la torretta con i cannoni, il pezzo di ponte affiorare dalla fanghiglia del fondale. Sì, ce l’avevo fatta».

di Ro.Can.