Como, 26 aprile 2013 - Nei prossimi dodici mesi, i cittadini dell’Unione europea, Italia compresa, avranno un accesso limitato al mercato del lavoro svizzero: dando priorità a imperativi di politica interna, il governo elvetico ha deciso di attivare una speciale «clausola di salvaguardia» prevista dagli accordi di libera circolazione tra la Svizzera e la Ue, per frenare il numero di lavoratori europei che continuano a giungere nel ricco Paese. La misura sarà attiva dal prossimo primo maggio, e ridefinisce il contingentamento - deciso solo lo scorso anno - dei permessi di lunga durata, nel caso in cui dovessero essere raggiunti i valori soglia. In altre parole, se il numero di permessi rilasciati in un anno a cittadini dell’Ue che svolgono attività con reddito, supera almeno del 10 per cento la media dei tre anni precedenti. Italia compresa.

Infatti, l’Accordo sulla libera circolazione delle persone, concede agli Svizzeri e ai cittadini europei il «diritto di scegliere liberamente il Paese in cui lavorare e soggiornare sul territorio degli Stati contraenti. Per ottenere questo diritto – spiega Berna - essi devono però possedere un contratto di lavoro valido, svolgere un’attività indipendente oppure, se non esercitano un’attività lucrativa, disporre di mezzi finanziari sufficienti per sopperire alle proprie necessità». Una decisione a fronte della quale, il ministro di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga, ha ribadito che «Il Governo è favorevole alla libera circolazione delle persone, ma ha deciso di utilizzare questa opzione prevista dagli accordi». Negli ultimi anni il numero di stranieri che si sono stabiliti nel paese elvetico, ha superato ogni anno di circa 60-80mila unità quello degli emigranti, «con effetti – dice lo stesso Governo - sia positivi che negativi».

Tuttavia, secondo recenti statistiche, gli stranieri che lavorando in Canton Ticino, guadagnano una media di due stipendi all’anno meno degli svizzeri. Si parla infatti di circa 800 franchi al mese di differenza per i lavoro meno remunerati, che può raggiungere anche i 2.500 franchi per quanto riguarda le alte professionalità. Ma, come lo stesso studio ammette, la maggior parte dei fattori che contribuiscono a questo risultato, è da ricondurre a motivi fondamentalmente discriminatorie, che vanno da riconoscimento di una inferiore capacità professionale, fino alla rallentamento della carriera.