Lugano, 25 marzo 2013 - Sono passati un paio d’anni ma la tecnica è sempre quella: usare i frontalieri come spauracchio per intercettare i voti degli Svizzeri. Per le politiche nella celebre campagna Bala i Ratt li avevano dipinti come famelici topi che, superato il confine, ingrassavano alle spalle degli onesti svizzeri.

Adesso per la corsa al municipio di Lugano niente vignette ma un fotomontaggio, protagonista sempre un cittadino elvetico, ridotto in mutande per colpa della concorrenza degli italiani che fanno giornata oltreconfine. “Lavoro…siamo in mutande” recita lo slogan, sottolineando come nella sola Lugano ben 8mila frontalieri siano impiegati nel terziario. Numeri reali che salgono a 56mila nell’intero cantone.

Peccato che l’Udc dimentichi di ricordare che gli italiani sono ricercati per le loro competenze o perché svolgono mansioni che gli svizzeri rifiutano, perché troppo pesanti o sottopagate. 

di Roberto Canali