Como, 8 marzo 2013 - “Le donne sono protagoniste di un’imprenditoria agricola che cresce e sfida la crisi. Da parte loro c’è determinazione, voglia di credere e crescere, sensibilità nel dare all’agricoltura anche un valore sociale”. Così il presidente di Coldiretti Como-Lecco, Fortunato Trezzi, parla del successo delle imprese agricole “in rosa” nella terra lariana alla vigilia di una data importante, quella dell’8 marzo, festa della donna.
 
“Coldiretti crede nell’imprenditoria femminile – prosegue il direttore di Coldiretti Francesco Renzoni -  e, per il tramite del Sistema Servizi di Coldiretti e Impresa Verde, è stato avviato presso la federazione interprovinciale un percorso di accompagnamento e valorizzazione delle nuove imprese “giovani e al femminile”, con lo studio di servizi mirati e realizzazione di business-plan”. Già oggi sono centinaia le imprese agricole delle due province lariane guidate da donne: oltre 500 nel Comasco, oltre 300 nel Lecchese. E il numero è in costante crescita: sono sempre più numerose, infatti, le giovani ragazze che desiderano fondare una propria impresa nel settore primario o continuare l’attività dei genitori e nonni, consapevoli del ruolo strategico che hanno sia nel mantenimento della memoria storica, che della costruzione del futuro del territorio.

L’8 marzo è anche il giorno del tradizionale omaggio delle mimose: quest’anno in Italia saranno circa 15 milioni i ramoscelli di mimose donati nonostante la crisi e il maltempo che ha tagliato del 20 per cento la produzione Made in Italy. Il tradizionale omaggio del fiore simbolo della festa della donna donato nelle case, nei negozi, nei posti di lavoro e di svago ha anche un importante valore ambientale perché sostiene una coltivazione realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili sopratutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all'abbandono.


La produzione nazionale è diminuita quest’anno di circa il 20 per cento a causa di un andamento climatico anomalo (clima ventoso e secco) nel periodo precedente la fioritura, ma la qualità è eccellente perché le mimose non hanno avuto bisogno di essere conservate in frigorifero. Inoltre per effetto della sua proverbiale delicatezza che non la rende adatta alla conservazione e al trasporto, gli acquisti di mimosa saranno sicuramente Made in Italy (il cuore della produzione è in Liguria). Il prezzo pagato al produttore quest’anno varia dai 6 agli 8 euro al chilo ed è in leggero aumento rispetto allo scorso anno a causa del crollo della produzione mentre al dettaglio i prezzi variano dai 3 ai 12 euro a ramoscello a seconda della ricchezza del fiore e della confezione.

E' nel 1946 che  la mimosa diviene il simbolo della festa della donna perché sboccia in questo periodo ed assume il significato di autonomia e libertà. Un fiore che dietro una fragilità apparente mostra - continua la Coldiretti -  una grande forza con la capacità di crescere anche in terreni difficili. Per conservare l'omaggio si consiglia di tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché - conclude la Coldiretti - la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.