Como, 22 gennaio 2012 - Bene la seta Comasca, male il metalmeccanico Lecchese. È questa la sintesi estrema dei dati relativi all’andamento delle esportazioni dell’ultimo trimestre del 2012 dei distretti produttivi lombardi, che hanno premiato le produzioni di alta gamma e la qualità. Periodo in cui si è registrata, a livello generale, una contrazione complessiva del volume di merci vendute all’estero - pari all’1,5 per cento - dato che tuttavia viene bilanciato da un trimestre iniziale positivo.

A conti fatti, le esportazioni del 2012 segnano un più 0,5 per cento, ma il dato complessivo non rispecchia gli andamenti dei singoli settori. Infatti la situazione meno incoraggiante, riguarda il distretto del metalmeccanico Lecchese, che nel quarto trimestre 2012 ha fatto i conti con una flessione in negativo del 2,3 per cento. Conseguenza della tendenza più ampia del mercato internazionale, e riconducibile alla filiera dei metalli che ha pagato, nel corso del 2012, il forte rallentamento dei consumi di acciaio a livello europeo.

I metalli di Brescia hanno perso il 3,1 per cento di export, rubinetti e pentolame di Lumezzane addirittura il 4,7. Sul fronte opposto, dall’indagine condotta dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, emerge il buon andamento commerciale della seta Comasca, e più in generale del distretto tessile Lariano: perché, dati alla mano, il vero settore che ha funzionato e ha mostrato segni di ripresa, è quello del lusso.

Contrariamente alle logiche di contrazione economica e di rinuncia al superfluo, i mercati europei e internazionali hanno sostenuto il prodotto di qualità. Cina e Arabia Saudita, in particolare, hanno incrementato gli acquisti di seta e tessuto di alta qualità nel primo caso, di tutto ciò che attiene al segmento del lusso nel secondo. Rallentano invece le esportazioni dei poli tecnologici lombardi, distretto diffuso, che tuttavia ha pagato un rallentamento di competitività. Lo studio, se da un lato ci dice che le produzioni tradizionali faticano sempre di più a spendersi sui mercati al di fuori dell’Italia, dall’altro dimostra come l’innovazione e l’investimento sulla qualità, sono invece premianti, e capaci di controbilanciare le medie di export a livello regionale.