Lugano, 5 gennaio 2013 - C'è chi a Natale ha regalato un paio di orecchini alla fidanzata un lingotto d’oro per sè, perché l’amore passa ma la crisi economica rischia di durare a lungo. Lo sanno bene alla  per il commercio di monete, lingotti e metalli preziosi nell’area germanofona, con base in Svizzera ma tanti clienti italiani che a dicembre hanno fatto a gara per mettere al sicuro i loro investimenti convertendoli in oro.

Così mentre in Italia le vendite languivano e per rivitalizzare il via vai nei negozi è stato necessario attendere i saldi, appena superato il confine c’è chi si è messo in fila per ordinare il suo lingotto d’oro. È successo a Lugano ma non è andata diversamente nelle nove sedi dell’azienda, con sportelli anche a Berlino, Duesseldorf, Vienna e Ostrava. «A dicembre abbiamo registrato il 30% in più di vendite rispetto a novembre – spiega Ralph Thoma, direttore della sede di Lugano – I motivi sono da ricondurre agli sconti effettuati e all’aumento di richieste da parte di liberi professionisti e persone del ceto medio».

Ad approfittare della svalutazione del prezzo dell’oro al grammo, che nelle ultime settimane ha lasciato sul piatto il 10%, anche tanti italiani. «Molti dei nostri clienti arrivano dal Belpaese – spiegano alla Pro Aurum – anche se è difficile dare delle percentuali visto che in base alla legge Svizzera fino a un controvalore di 25mila franchi (pari a poco più di 20mila euro, ndr) gli acquisti possono essere anonimi. Il taglio che va di più quello da 100 grammi (controvalore 4mila euro) che i clienti di solito ritirano per portarsi via, nelle ultime settimane però abbiamo avuto anche numerosi clienti che investivano sul taglio successivo, da 250 grammi, in vendita a diecimila euro, al limite della dichiarabilità in dogana».

Un dettaglio, quello del passaggio del confine che non è un problema per chi compra oro, visto che spesso i lingotti finiscono in capienti quanto discrete casse di sicurezza delle banche svizzere, oppure non si muovono mai dalla Pro Aurum finendo parcheggiati in deposito doganale. In questo modo anche all’argento, al platino o al palladio, si applica l’esenzione dall’Iva riservata all’oro. Così il denaro messo al sicuro convertendolo in lingotti d’oro torna all’istante liquido, magari come titolo di credito dall’altro capo del mondo. L’anno scorso quando la Grecia minaccio il crack in neppure una settimana furono quasi diecimilioni di euro a varcare il confine per tramutarsi in due quintali d’oro. Si dice che prima di Natale, siano stati addirittura di più.
 

di Roberto Canali
 

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