Como, 3 dicembre 2012 – L'inverno è appena iniziato, ma anche le familie lariane lo affrontano riscaldandosi a legna. In sempre più case infatti, si riscoprono - o meglio, riaccendono in questi giorni di freddo pungente - stufe e camini, strumenti economici e tradizionali per potersi riscaldare ottimizzando le risorse i vantaggi di una “filiera energetica del legno” che, nei secoli, si è sempre confermata strategica per l’economia montana e non solo.

“Ci si scalda a legna per contrastare la crisi - dice il presidente della Coldiretti di Como-Lecco Fortunato Trezzi – e non lo si fa solo in montagna o in zone boscate, ma anche nelle aree più urbanizzate: a confermarlo sono i numeri che parlano di un aumento record del 26 per cento (in 10 anni) delle importazioni di legna da ardere su base nazionale”. Il dato emerge da una analisi della Coldiretti nell’evidenziare che quest’anno con l’arrivo dell’inverno ci sono oltre sei milioni di stufe e camini accesi sul territorio nazionale.


Una dimostrazione evidente del ritorno di forme di riscaldamento che sembravano dimenticate dovuto - precisa la Coldiretti - al crescente interesse verso questa forma di energia che è diventata competitiva dal punto di vista economico oltre ad essere più sostenibile da quello ambientale. Una tendenza dovuta in parte alla riapertura dei camini nelle vecchie case ed alla costruzione di nuovi ma anche ad una forte domanda di tecnologie più innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets dove l’industria italiana soddisfa oltre il 90 per cento delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo della produzione nazionale alle esportazioni.


Un esempio di grande e positiva innovazione è dato, in provincia di Como, dalla centrale di cogenerazione a biomassa “La Grande Stufa”, inaugurata a fine settembre e che già oggi è pronta a garantire un inverno caldo e sicuro alle centinaia di utenze già allacciate nel comune di Villa Guardia, dove è situata (nella foto). “La nuova centrale è un esempio lungimirante di valorizzazione della filiera energetica del legno – sottolinea il vicedirettore della Coldiretti interprovinciale, Rodolfo Mazzucotelli – che vede protagoniste le stesse imprese agricole del territorio, riunite nel “Consorzio Energia e Natura” che conferiscono alla Grande Stufa: va precisato che il legname utilizzato per la cippatura resterebbe privo di utilizzo e senza nessuna opportunità di sbocco commerciale poiché, per le sue caratteristiche, non potrebbe essere impiegato in altro modo che come biomassa”.

“Grazie ad una più corretta gestione delle foreste in tutta Italia potrebbe essere prelevata, quasi senza alterarne la sostenibilità, una quantità di 23,7 milioni di tonnellate/anno di combustibile che riduce i consumi attuali di petrolio di ulteriori 5,4 milioni di tonnellate” conclude il direttore di Coldiretti Como-Lecco Francesco Renzoni. “Appare quindi evidente l’importanza di rilanciare la gestione dei boschi che, oltre alle valenze territoriali, sociali e paesaggistiche, potrebbe contribuire in modo decisivo anche al raggiungimento degli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale al 2020 (secondo il quale le biomasse, tra le quali spicca il ruolo dei prodotti legnosi, dovranno coprire il 44 per cento dei consumi di fonti rinnovabili e il 58 per cento dei consumi di calore totale”.


La priorità, ovviamente, resta “la fornitura di biomassa ottenuta con metodi sostenibili - sia nella produzione che nel taglio - nell’ambito di una filiera sostenibile anche nelle modalità di trasformazione energetica con caldaie moderne ed efficienti”.