Como, 13 ottobre 2012 - Se vuole imparare a volare sembra accettare di abbassare la cresta, non solo in senso figurato, il giovane Kevin Carvelli che nei giorni scorsi ha ricevuto l’out out da parte dell’istituto Casnati.
"Non sono ammesse creste o rasta", aveva spiegato al padre Pino il presidente dell’istituto, Davide Discacciati, "lo prevede il regolamento del nostro istituto ma anche la tradizione dell’aeronautica". Non la pensa diversamente anche il provveditore agli studi di Como, Claudio Merletti, convinto che per alcuni indirizzi anche la forma e l’etichetta rivestano la loro importanza.

"Non si deve trattare di una regola fine a se stessa ma deve avere, in qualche modo, un valore formativo – spiega – negli istituti alberghieri per esempio, dove si forma il personale di servizio in sala e i cuochi, presentarsi con i capelli lunghi oppure con piercing può essere tranquillamente vietato dal regolamento d’istituto. Non si tratta di voler imporre un abito ma d’insegnare ai ragazzi una sobrietà o uno stile di vita che poi li aiuterà nel mondo del lavoro". Così per il giovane Kevin, appena quattordici anni, si presenta un bivio: o scegliere di coltivare la passione per il volo e quindi tagliarsi i capelli, oppure optare per la carriera dello spettacolo e scegliere un altro indirizzo. "Non in tutte le scuole è così – precisa il provveditore – se non c’è un motivo di tradizione, che per esempio in alcuni istituti rende obbligatoria la divisa, ci sono indirizzi dove il taglio di capelli difficilmente potrebbe costituire argomento di un regolamento.
 

Penso ad esempio ad un liceo artistico dove difficilmente si potranno introdurre limitazioni ad abbigliamento e taglio dei capelli dal momento che si fa arte anche con il proprio corpo e il modo di porsi. Alla fine il vero discrimine, insieme al buon senso, rimane il regolamento d’istituto. Se al suo interno sono previste delle regole generali che riguardano anche l’aspetto esteriore gli studenti vi si debbono attenere". Indicazioni che sono contenute nel regolamento del Casnati dove i capelli, al massimo, sono tollerati di una spanna, non certo lunghi un metro e dieci come quelli di Kevin. Per questo il padre, all’atto dell’iscrizione, aveva sollevato il problema con la segreteria, ottenendo garanzie che al ragazzo sarebbe stato concesso di seguire i corsi a patto di tenere la folta chioma legata in una crocchia. A un mese dal via delle lezioni sembra che la tregua sia saltata. Forse per colpa dei compagni di classe poco disposti a tollerare la deroga concessa al loro amico che, proprio grazie ai suoi lunghi capelli, spopola nelle comparsate in tv a fianco di Teo Mammucari e Mara Maionchi. L’unica alternativa per Kevin, prima di capitolare di fronte alle forbici del parrucchiere, potrebbe essere quella di cambiare istituto. Sperando che in Italia ci sia una scuola che consente di diventare piloti con la cresta.

di Roberto Canali