Como, 17 agosto 2012 - La ricchezza manda continuamente i suoi segnali. Evolvono, cercano di passare inosservati, ma chi è abituato a osservare da prospettive insolite, non può fare a meno di notare i mutamenti. Come le piscine delle ville, un tempo esibite e ora mimetizzate per non essere viste dall’alto: coperte con strutture asportabili che costano quanto la piscina stessa.

Dall’elicottero, i finanzieri del Roan – Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di finanza di Como – mappano l’intera Lombardia, il Piemonte e la Valle d’Aosta, anche se le porzioni di territorio interessanti a livello fiscale, sono ben poche. I laghi di Como e Maggiore, la Brianza. Qualcosa sul Garda, ma non paragonabile alla concentrazione di benessere che da sempre caratterizza la fascia ovest della Lombardia.

In volo non sfugge niente, e soprattutto si notano tutte quelle costruzioni, ampliamenti, piste di atterraggio di velivoli e altri indicatori di status sociale, che a terra sono nascosti dalla vegetazione, o dalle collocazioni in luoghi riservati. Sorvolando sulla Brianza l’immagine è inconfondibile: decine di chilometri quadrati di ville con giardini ampi, parchi, piscine e campi da tennis o da calcio.

Rigorosamente alternati a zone industriali. La differenza con la piccola piscina da pochi euro, o quella condominiale, si nota subito, e si va oltre. Si vedono i garage interrati, le spianate di porfido all’ingresso delle case, le dimensioni delle recinzioni. Il lago rivela invece darsene nascoste e dependance delle ville, che passano inosservate anche alla motovedetta. I finanzieri registrano tutto, scattano una fotografia e trasmettono i dati ai reparti territoriali, che svolgono controlli incrociati. Verificano se chi occupa quegli spazi ha un reddito adeguato, se la scheda catastale corrisponde a ciò che si vede in foto.

Vanno a suonare i campanelli, e controllano se chi abita in quei luoghi è veramente l’intestatario. Se chi apre la porta è il proprietario o qualcuno alle sue dipendenze. Ci sono delle variabili: la pista di atterraggio di un velivolo, può essere uno spazio messo a disposizione da un privato, che tampona l’assenza di basi in zona, ma è comunque un accertamento obbligatorio, quando dall’alto spunta il cerchio rosso con una al centro. Il formulario che raggruppa una serie di indicatori economici si chiama Cete, acronimo di Controllo Economico del Territorio, e rappresenta il punto di partenza per il controllo fiscale.

«Il nostro lavoro – spiega Sergio De Santis, comandante del Roan di Como – è sinergico tra comparto aereo, navale e pattuglia a terra: è un monitoraggio capillare e ripetuto, e costituisce la premessa del lavoro che viene portato a termine dai reparti competenti territorialmente, e dall’Agenzia delle Entrate».

Solo a Como, negli ultimi mesi, sono state compilate e trasmesse una ventina di queste schede, finalizzate
a far emergere le false attestazioni di reddito. Lungo la fascia di confine, il monitoraggio svolto dall’elicottero, prende in considerazione anche un altro aspetto degli immobili realizzati negli ultimi anni: chi costruisce a ridosso della frontiera, prima ancora di ottenere il permesso dal Comune, deve ottenere un via libera dall’Agenzia delle Dogane, che valuta posizione e struttura dell’edificio. Senza questo documento, la costruzione è abusiva. E’ una forma di controllo diventata obbligatoria in zone dove il contrabbando, per decenni, ha spopolato, e dove i traffici più grossi passavano dalle case costruite esattamente sulla linea di confine. I finanzieri stanno mappando anche questi edifici, spesso nascosti in zone boschive e collinari.
paola.pioppi@ilgiorno.net