di Roberto Canali

Como, 8 maggio 2012 - TERREMOTO politico sul Lario dove nel capoluogo, per la prima volta dal Dopoguerra, il centrosinistra diventa nettamente il primo partito ed è il centrodestra, al governo dal 1984, a dover inseguire. A Como a penalizzare il partito di Angelino Alfano sono stati il malcontento contro l’amministrazione uscente (artefice del muro sul lungolago) e le liti interne al partito.

Nell’unica città in Lombardia dove si sono svolte le primarie del centrodestra il Pdl è riuscito nell’impresa di spaccarsi tra ex-An e ciellini contro Liberal. Alla fine a spuntarla è stata Laura Bordoli, che andrà al ballottaggio con un lanciatissimo Mario Lucini, capace di fare del Pd il primo partito. Ottimo l’exploit di Alessandro Rapinese che con la sua lista civica Qui Como è riuscito a intercettare il malcontento contro l’amministrazione uscente.

SOTTOTONO la Lega, fuori dai giochi a Como dove a sorpresa rischiano di rimanere fuori dal consiglio comunale i partiti di centro come Fli e Udc mentre volano i Grillini, che potrebbero entrare a Palazzo Cernezzi con uno se non addirittura due consiglieri. Il proliferare di liste civiche non è il giusto rimedio contro l’antipolitica: alla fine a vincere è l’astensionismo (hanno votato il 61,86% degli aventi diritto contro il 70,23%) che penalizza le civiche quanto e come i partiti tradizionali. Così non è bastato a Pietro Wierchowod presentarsi a capo di una lista civica, Il Faro, accompagnato dall’ex capitano del Como, Jack Gattuso, per meritarsi la fiducia dei suoi concittadini. Alla fine per lui una percentuale da prefisso telefonico.

IN QUELLO che fino a poco tempo fa era un feudo del centrodestra vanno al ballottaggio tutte le città, compresa Erba dove il sindaco uscente, Marcella Tili, sul filo di lana (46%) dovrà vedersela con il candidato del centrosinistra, Michele Spagnuolo (attestato attorno al 33% dei consensi). La vera sorpresa arriva però da Cantù, dove il candidato della Lega Nord, Nicola Molteni, è riuscito a fare del Carroccio il primo partito in città. Merito delle capacità di Molteni di intercettare il voto di protesta dei propri concittadini, molti piccoli artigiani penalizzati dalla stretta fiscale del Governo Monti. Per lui la partita si risolverà tra due settimane in un braccio di ferro contro Claudio Bizzozero della coalizione di liste civiche, Lavori in corso. Poche sorprese negli altri undici Comuni al voto, dove sono stati riconfermati tutti i sindaci uscenti. Unica eccezione a Orsenigo dove dopo vent’anni a tornare alla guida del paese è la minoranza di centrodestra.
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