di Paola Pioppi

Como, 7 maggio 2012 - Un’opera eccessiva e sproporzionata, costa quasi il doppio rispetto alle previsioni originarie, i cui tempi si sono dilatati a dismisura, di pari passo con la lievitazione degli esborsi di denaro pubblico. Il progetto paratie del lungolago di Como, esce tutt’altro che bene dalle valutazioni della Corte di Conti di Milano, le cui deduzioni sono state recepite dal gip Maria Luisa Lo Gatto, che ha accolto la richiesta di parziale archiviazione dell’indagine condotta dalla Procura di Como. La cronistoria parte dai 16 miliardi di lire del finanziamento della Legge Valtellina del 1992, arrivati oggi a quota 21 milioni di euro (per un’opera non ancora completata), complici le varianti e 500mila euro per il concorso di idee.

Inoltre, nei giorni scorsi, sarebbe stato approvato un ulteriore stanziamento di 3 milioni di euro alla Sacaim, la società appaltatrice, che a suo tempo si era guadagnata la gara con un’offerta di 11 milioni di euro. La relazione del Procuratore Regionale della Corte dei Conti depositata a fine marzo, nel recepire le valutazioni del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Como, individua profili di responsabilità nei confronti di chiunque, nell’arco dei vent’anni di progettualità, abbia contribuito a vario titolo alla realizzazione delle paratie.

«Più volte – si ricostruisce nel provvedimento del gip – nel corso degli ultimi anni, si è fatto ricorso, per finalità che secondo i consulenti del pm non coincidono con quelle previste dalla Legge Merloni, all’uso delle varianti in corso d’opera. Il che ha allungato i tempi di esecuzione delle opere, e ne ha aumentato esageratamente i costi». La stessa Guardia di finanza, esprime inoltre un giudizio «fortemente negativo», sulla decisione di revocare l’incarico di direzione dei lavori ai tre progettisti originari, ma anche sulla scelta di indire il concorso internazionale di idee per la riqualificazione del lungolago. Ora si attende un epilogo nel quale, se il progetto sarà effettivamente dichiarato illegittimo, l’atto finale della Corte dei Conti che precede la citazione in giudizio dei presunti responsabili, potrebbe quantificare un danno erariale pari all’intera entità del progetto, vale a dire almeno 21 milioni di euro.

paola.pioppi@ilgiorno.net