di Roberto Canali

Como, 4 maggio 2012 - Nemo profeta in patria, men che meno Acsm-Agam che si è vista soffiare la rete di distribuzione del gas della città dai concorrenti di Enel Rete Gas. Una vera e propria doccia gelata per il gruppo che propriola scorsa settimana si era riunito in assemblea per il rinnovo delle cariche sociali, eleggendo come presidente l’ex-sindaco di Monza, Roberto Colombo. Una scoppola che colpisce l’azienda nell’immagine, dal momento che il 24,8% della società è detenuta proprio da Palazzo Cernezzi (il 29,1% da Monza, 21,9% da A2A e il resto delle azioni è flottante), ma soprattutto nel portafogli visto che la convalle (in gara con Como c’era la rete di San Fermo della Battaglia) da sola pesa per una buona parte delle utenze controllate da Acsm-Agam. L’apertura delle buste è avvenuta nella mattina di mercoledì ma sia in Comune sia in Acsm le bocche sono cucite. A rilasciare dichiarazioni ci pensano i vincitori di F2i Reti Italia, la controllata di Enel che si occupa di gas.

«Il nostro gruppo svolge l’attività di distribuzione del gas nella provincia di Como in 93 comuni con più di 115 mila utenti gestiti al 31 dicembre 2011 – spiegano in un comunicato - Con l’aggiudicazione dell’affidamento in concessione dell’attività di distribuzione del gas nella città di Como e nel comune di San Fermo della Battaglia per i prossimi 12 anni, i nostri utenti diventeranno più di 160 mila, il 62% circa degli utenti in gas complessivi sul Lario».

Il Gruppo F2i, con più di 3,8 milioni di utenti al 31 dicembre 2011 (pari al 17% del mercato nazionale) e quasi 2.000 comuni in concessione, è il secondo operatore, il primo indipendente, quindi non presente anche nel settore della vendita di gas, nel settore della distribuzione del gas in Italia? Pensare che fin qui il 2012 era stato più che roseo per Acsm-Agam che proprio nelle scorse settimane aveva pianificato investimenti per ottanta milioni di euro su reti e impianti nell’arco dei prossimi quattro anni, la maggior parte dei quali concentrati in provincia di Como.

L’esercizio 2011 si era chiuso con un margine operativo netto di 17 milioni di euro e 18 gare vinte per il servizio di distribuzione in altrettante aree territoriali comprese tra Lombardia e Veneto. Tanto che il gruppo aveva deciso assegnare un dividendo di tre centesimi per azione a tutti gli azionisti, in virtù di 218 milioni di euro di ricavi ottenuti nel 2011 assicurando un dividendo di 3 centesimi di euro per azione. Adesso tra i 213mila utenti serviti da Acsm manca proprio la città di Como, il luogo dove l’avventura fortunata nella gestione del gas era partita. Ancora tutti da stabilire gli scenari tra i quali, non è da escluderlo, potrebbe esserci quello d’impugnare l’aggiudicazione, sguinzagliando i legali del gruppo alla ricerca di eventuali vizi di procedura. L’alternativa sarebbe quella di perdere il mercato del gas in città per i prossimi dodici anni: un tracollo da decine di milioni di euro praticamente una vera e propria debacle.