Como, 18 aprile 2012 - Un caffé al giorno. È quanto costa o ogni cittadino di Como, neonati compresi, il lavoro dei 953 dipendenti di Palazzo Cernezzi, praticamente uno ogni 90 abitanti. È quanto emerge, nero su bianco, dal rendiconto di gestione elaborato in queste settimane dal quale si evince che tra le spese più importanti di palazzo Cernezzi c’è proprio la voce personale, 28 milioni e 809mila euro di uscite, per uno stipendio medio di 30.230 euro.

Non mancano le eccezioni, come il direttore generale Nunzio Fabiano che nel 2010 arrivò a guadagnare poco meno di 300mila euro lordi (293mila) praticamente dieci volte lo stipendio medio, anche se in quel caso a gonfiare la busta paga furono l’accredito di alcuni arretrati. Il personale incide sulla spesa corrente di Palazzo Cernezzi, pari a 90milioni di euro, praticamente per un terzo. Farà piacere sapere ai comaschi che ognuno di loro compartecipa al debito del Comune, pari a 49milioni di euro, per 573 euro e 33 centesimi. Significativo anche il dato relativo alla pressione tributaria, 984 euro a testa: 670 per le tasse e il resto derivato da entrate extratributarie.

In compenso dallo Stato ogni cittadino comasco si vede restituire ogni anno 8 euro e 19 centesimi, neppure l’equivalente di un paio di pizze d’asporto. Passando dal particolare al globale i conti del Comune sembrano in via di miglioramento, nel 2011 è stato raggiunto l’obbiettivo del rispetto del patto di stabilità che eviterà ai futuri inquilini di Palazzo Cernezzi l’impiccio di dover contare su una penalizzazione nella capacità di spesa e indebitamento. Tra le voci che maggiormente incidono, in negativo, sul bilancio comunale spicca il servizio legato agli asili nido ( un milione e mezzo di euro di perdita lo scorso anno), la gestione degli impianti sportivi (un milione di euro di perdita), le mense scolastiche (718mila euro di saldo negativo), i servizi a domanda individuale (1 milione centomila euro) e la voce mostre e musei, dove a fronte di 183mila euro di incassi si sono spesi un milione e 374mila euro.

Diminuisce di oltre cinque milioni di euro il tasso d’indebitamento del Comune, anche se i revisori dei conti invitano Palazzo Cernezzi a riconsiderare con maggiore attenzione una serie di crediti pregressi che secondo una prudente valutazione contabile saranno difficilmente recuperabili negli anni a venire. Alla fine l’avanzo di amministrazione è di dieci milioni e mezzo di euro. Un tesoretto da non dilapidare ma dal quale ripartire per il futuro, chiunque sarà, primo cittadino di Palazzo Cernezzi.

di Roberto Canali