Tremezzo, 11 aprile 2012 - Era caduta a terra nuda in mezzo alla strada, sulla statale Regina alle 9.30 del mattino, davanti agli occhi esterrefatti degli automobilisti e del benzinaio. Era stato il primo a intervenire, e si era premurato di coprirla con l’accappatoio zebrato che le era scivolato di dosso mentre correva durante la lite con un artigiano. Era stato solo l’epilogo, decisamente il più pittoresco, di un’aggressione avvenuta il 1° agosto 2007, che è costata una condanna a un anno e quattro mesi a Maurizia Paradiso, show girl di 57 anni con residenza in una prestigiosa villa in centro lago.

Per lei accuse multiple: non solo lesioni all’operaio, colpito ripetutamente con uno zoccolino che avrebbe dovuto essere posato nel suo appartamento, ma anche violenza privata e calunnia ai danni della parte offesa. A causare la lite, quel giorno, fu il quinto tentativo di posa degli zoccolini da parte dell’operaio, che evidentemente non era riuscito a soddisfare le esigenze della committente. L’ennesima lamentela, da parte della Paradiso, quel giorno sarebbe degenerata in un’aggressione con il corpo contundente: “Era solo una cintura del Dottor Gibaud - ha detto in aula – che indosso sempre per un problema renale”.

La lite, dall’appartamento, era proseguita in strada, con la urla e soprattutto con quello scenografico svenimento durante il quale aveva perso l’accappatoio che le copriva le nudità: “Era del mio fidanzato – ha spiegato, per giustificare l’inconveniente – di due taglie più grande, e quindi facile a slacciarsi…”. Una esasperazione motivata, secondo al donna, dalla manifesta incapacità di far fronte alle aspettative: “Era la quinta volta che tentava di mettermi a posto gli zoccolini – ha detto – per non parlare del piano di marmo della cucina e del pianoforte, entrambi rotti”.

Non era finita lì: dopo la denuncia da parte dell’operaio, avvenuta nei giorni successivi, la Paradiso aveva a sua volta contro denunciato l’uomo, fornendo tuttavia una versione accusatoria e molto differente. I numerosi testimoni, tra cui alcuni automobilisti che stavano transitando in quel momento, avevano però confermato quanto ricostruito dalla parte offesa, sconfessando e rendendo calunniose le accuse della show girl. Il giudice Carlo Cecchetti l’ha condannata con sospensione condizionale, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Vanesssa Ragazzi, al termine di un anno di processo. La Paradiso, prima di uscire dall’aula, è stata rassicurata che non sarebbe andata in carcere.