Como, 26 ottobre 2011 - L’assessore al Patrimonio del Comune di Como, Enrico Cenetiempo, è stato sfiduciato. La mozione di sfiducia presentata da Donato Supino (Prc) è stata approvata con 18 voti a favore e 3 contrari e una scheda bianca. Si è invece salvata Antonietta Sosio, assessore al Commercio, nei confronti della quale era stata proposta dal consigliere Luigi Bottone (Gruppo Misto) la sfiducia. Sosio si è salvata grazie al pareggio tra i pro e i contro, 10-10. Ma chi esce sconfitta da questa seduta consiliare, quindi quella delle due mozioni di sfiducia, è la maggioranza di Palazzo Cernezzi, quel Pdl che, partito con 22 consiglieri nel 2007 (allora era Forza Italia, Udc e Alleanza Nazionale), oggi si ritrova con soli 14 consiglieri, meno dell’opposizione. Anche se, a dar loro manforte, ci sono sempre alcuni esponenti dei vari Gruppo Misto, ma sono pur sempre dissidenti.
 

Dei quaranta consiglieri presenti l’altro ieri sera solo 22 sono rimasti in aula per la discussione della sfiducia a Enrico Cenetiempo (ed è la seconda che si prende, considerato che era già stato sfiduciato un paio di anni fa in quanto passato dall’Udc al Pdl). Il Pdl compatto, sindaco Stefano Bruni compreso, è uscito dall’aula in occasione della discussione delle mozioni di sfiducia. Una sfida lanciata dal capogruppo Caludio Corengia che ha definito «inutili» certe mozioni in quanto «fanno perdere tempo e soldi all’Amministrazione civica perché, alla resa dei conti, è il sindaco che dispone se revocare o meno la delega ad un assessore». In 14 dell’opposizione, più Emanuele Lionetti, Arturo Arcellaschi, Piercarlo Frigerio, e Massimo Serrentino (tutti del gruppo Forza Como Autonomia Liberale) Pasquale Buono, Mario Pastore (Fli) e Carlo Ghirri, sono rimasti in aula per votare le due sfiducie. Ciò significa che la maggioranza, d’ora in poi, per le prossime delibere (alcune molto importanti ai fini urbanistici) viaggerà sul filo del rasoio e difficilmente si potrà ricompattare.
 

Relativamente alla sua seconda sfiducia avuta, questa volta per la questione degli affitti delle residenze popolari e per la querelle relativa ai garage di proprietà del Comune dati a prezzi irrisori a dipendenti o ex-dipendenti di Palazzo Cernezzi, l’assessore al Patrimonio Enrico Cenetiempo ci ha tenuto a dire la sua. «Non ritengo giusto quello che ha detto il consigliere Donato Supino nell’esporre la sua mozione di sfiducia nei miei confronti - ha detto - perché io ho lavorato, in tutta coscienza, nell’interesse della città». Supino ha ribadito che la sua mozione di sfiducia non era tanto indirizzata alla sfiducia, non era una «pugnalata alle spalle» dell’assessore Cenetiempo, ma finalizzata alla costituzione di una commissione speciale a costo zero per cercare di fare la massima chiarezza e recuperare quanto è possibile per gli immobili comunali.