Faggetto Lario, 21 ottobre 2011 — Ammontano a una quarantina di milioni di euro, tra cui una piccola abitazione affacciata sul lago di Como – un edificio di misura ridotta sulla sponda di fronte a quella dell’attore George Clooney - ma anche le quote societarie e il patrimonio aziendale della società «Construenda» di Capiago Intimiano, i beni sequestrati dalla polizia all’imprenditore Giuseppe Felaco, ritenuto un esponente di primo piano del clan camorristico Polverino, della zona di Marano, comune a nord di Napoli.

 

Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia di Giugliano, in Campania: si tratta di una misura di prevenzione emessa dal Tribunale di Napoli, presieduto da Carlo Alemi, che ha portato al sequestro anche di altre abitazioni e terreni in Campania e di due conti correnti. Giuseppe Felaco, soprannominato Peppe Nazzaro, attivo nel settore dell’edilizia, risulta legato al boss Angelo Nuvoletta, attualmente detenuto in quanto mandante dell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani.

 

Di recente è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per associazione camorristica in quanto «organicamente inserito nel clan Nuvoletta». Al momento non sono chiari i motivi della sua presenza nel territorio comasco, e i legami con le proprietà societarie e immobiliari individuate dalla polizia. La casa posta sotto sigilli a Faggetto risulta essere di piccole dimensioni, ma in posizione appartata e affacciata direttamente sul lago.

 

Felaco ha precedenti per associazione mafiosa, violazione della legge sugli stupefacenti, ricettazione, furto, falso ed emissione di assegni a vuoto. Per conto del clan, avrebbe investito - in particolare nell’attività edilizia - i proventi dei traffici di droga, armi e delle estorsioni, seguendo uno schema ormai diffuso e consolidato all’interno delle associazioni di stampo mafioso. Felaco, negli anni, si è rivelato una presenza intermittente sul territorio italiano: dopo essere stato a lungo latitante, fu catturato a Santa Cruz di Tenerife nel 2004, e successivamente estradato in Italia.

 

Tuttavia l’uomo da tempo è nuovamente irreperibile, dopo essersi sottratto all’obbligo di dimora. Secondo gli investigatori si sarebbe rifugiato nuovamente in Spagna, ma di fatto non ci sono notizie certe sulla sua fuga. Al sequestro dei beni, che hanno coinvolto anche le proprietà del comasco, si è giunti dopo una lunga indagine sui patrimoni accumulati dal clan e sulla mappatura dell’attività di riciclaggio dell’organizzazione. Gli inquirenti, nell’illustrare i risultati di questa operazione, hanno tuttavia sottolineato le difficoltà a cui andrà incontro l’attività di aggressione ai patrimoni delle organizzazioni criminali, in seguito ai tagli che penalizzano forze dell’ordine e magistratura.