Como, 18 ottobre 2011 -È destino che i rapporti tra Italia e Svizzera debbano rimanere tesi. I vari tentativi di riconciliazione politica, seguiti con particolare attenzione nelle zone di confine (dove è stato addirittura costituito un tavolo politico transfrontaliero), probabilmente subiranno un duro colpo a causa di quanto accaduto nel Cantone Obvaldo, due ore d’auto dal capoluogo lariano. Lì, l’integerrimo Consiglio di Stato, a sorpresa, ha deciso di abolire l’italiano come opzione specifica - in pratica come materia - da una scuola molto conosciuta in loco: la Kantonsschule Obwalden di Sarnes.

 


Il provvedimento, messo
nero su bianco con tanto di delibera, non è passato inosservato, tanto che l’eco si è allungata sino al Comasco e più in generale a tutte le zone di confine. A dare voce alla levata di scudi, a difesa dell’italiano, ci ha pensato nella vicina Confederazione elvetica il gruppo italianoascuola.ch, cui a oggi hanno aderito oltre 300 docenti, molti dei quali insegnanti di italiano in Svizzera. «Una decisione quella del Consiglio di Stato non supportata dai numeri.

 

La delibera del Consiglio di Stato obvaldese, peraltro, non favorisce l’apprendimento di una terza lingua nazionale, molto utilizzata nella Confederazione anche nel mondo del lavoro», precisano attraverso una nota i referenti di italianoascuola.ch. Da qui la decisione di una raccolta firme contro il provvedimento cui hanno aderito anche la Pro Grigioni italiano e il Dipartimento della Scuola, della Cultura e dello Sport del Canton Ticino. Dipartimento al quale va dato atto quantomeno di aver espresso pubblicamente il malumore per la delibera. Secondo i dati diffusi dal gruppo di docenti, nel Canton Obvaldo gli studenti che scelgono l’italiano come opzione specifica sono numericamente superiori a quelli degli altri cantoni.