Lanzo d'Intelvi, 22 agosto 2011 - Quella di oggi è una data da ricordare nella storia della Val d’Intelvi. Questa mattina le ruspe saliranno a ridosso delle tristemente note «orecchie della Sighignola», lo scheletro della stazione di arrivo di una funivia mai terminata alla fine degli anni Sessanta, uno degli ecomostri più longevi del Belpaese. «Tra poco, quarant’anni di scempio ambientale apparterranno esclusivamente al passato - esulta Luca Gaffuri, capogruppo del Pd in Consiglio regionale». L’abbattimento dell’ecomostro della Sighignola ha una storia particolare: l’appalto, vicino al milione di euro, è in capo al Municipio ticinese di Arogno. La proprietà della struttura è invece del Patriziato locale che amministra i beni presenti sul territorio comunale.

 


Le «orecchie», oggi malridotte e pericolanti, si trovano in territorio svizzero e di fatto segnano il confine con Lanzo d’Intelvi. Originariamente la funivia, un mega progetto che per l’epoca era un qualcosa di estremamente innovativo, doveva collegare la Val d’Intelvi al Ticino. Nel 1969, una volta edificate le sovrastrutture portanti della stazione di partenza e di quella d’arrivo, la società svizzera che aveva ottenuto l’appalto per la realizzazione della funivia, si accorse che i calcoli erano errati e il cantiere dovette fermarsi. Quello della Sighignola è conosciuto come il «balcone d’Italia». «Uno dei più bei panorami del nostro Paese è deturpato da più di 40 anni da lastre di cemento armato di un’opera mai conclusa - aggiunge Gaffuri -. Tra qualche tempo tutto questo apparterrà al passato».

 

Il sindaco di Lanzo d’Intelvi, Patrizia Zanotta, rimarca l’importanza dell’evento, spiegando che «il cantiere entrerà nel vivo il prossimo 24 settembre e che oggi comincerà l’allestimento. Noi daremo tutto il supporto necessario, concedendo gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico. Dopo l’abbattimento dell’ecomostro, l’intera area sarà riqualificata. Vi troveranno posto un balcone panoramico, con una vista mozzafiato e un’area picnic».