Brienno, 13 luglio 2011 -«Sì, sono io la persona con l’ombrello in mano ripresa dalle telecamere in Ca’ Nova una manciata di secondi prima che la frana portasse via tutto». Abbozza un sorriso Davide Comitti, 28 anni, residente ad una manciata di metri dall’epicentro del disastro di giovedì scorso. Lo fa anche quando sente pronunciare la parola «miracolato». Della sua storia si parla da giorni in paese. Dal balcone di casa vede le ruspe in azione nell’alveo del torrente che giovedì si è ingrossato a dismisura cancellando case, ponte romanico, auto, in pratica un pezzo di storia di Brienno.
 

 

«Se devo dire il vero, la paura mi è venuta quando è finito tutto - racconta, davanti al Municipio, prima di riprendere il lavoro in un’impresa edile del paese -. Giovedì scorso sono sceso nel punto raccolta rifiuti per depositare plastica e carta. Ha cominciato a piovere forte. Una pioggia che poi si è fatta sempre più intensa. Ho pensato di ripararmi all’interno del punto raccolta di Ca’ Nova, a due passi dal torrente. Avevo l’ombrello. Sinceramente il nubifragio mi ha colto alla sprovvista». Questione d’istanti e, soprattutto, d’istinto. «Vedevo la valle che si ingrossava poco a poco, secondo dopo secondo - ricorda ancora il giovane briennese -. Ero lì davanti a questa montagna d’acqua che scendeva. Non so cosa è scattato in me. Sono uscito dal punto raccolta ed ho cominciato a correre verso il centro paese, verso casa».

 

Una manciata di secondi dopo Ca’ Nova non c’era più. «Sì - conferma Davide Comitti -. Non saranno passati nemmeno venti secondi ed è venuto giù tutto. Là dove io poco prima stavo guardando la valle ingrossarsi. Ero davanti al Circolo e una scia di fango e massi mi ha raggiunto. In pratica il centro paese si è trovato invaso dalla frana. C’erano anche alcuni alberi. Mi sono subito reso conto di quanto stava accadendo e del rischio che avevo corso. C’era poco tempo per pensare e molto da fare. Ho aiutato con altri la signora della casa semidistrutta ad uscire dalle macerie. Poi, come tutti gli altri briennesi, ho cercato di fare quanto potevo in quei lunghi minuti. Beh, ripeto, quando sono rientrato a casa e ho ripensato a quanto successo, lì sì che hanno cominciato a tremarmi la gambe.

 

Neppure io so spiegarlo. Ma ora il peggio è passato e bisogna pensare a ricostruire quanto è stato distrutto. Mi hanno raccontato che le telecamere puntate sulla piazzola di Ca’ Nova hanno ripreso tutto. Ripeto, saranno passati meno di venti secondi da quando ho cominciato a correre al momento in cui è venuto giù tutto. E c’è anche un video che lo conferma, dunque». Le tre telecamere in uso alla polizia locale Lario di Ponente hanno fissato con esattezza l’ora della frana, prima di essere anch’esse travolte da fango e detriti: le 18.23. Davide Comitti, che a Brienno abita con la famiglia, svela anche un episodio che gli è poi capitato nella notte.