Como, 2 luglio 2011 -«Inammissibile dare tutti questi soldi ai profughi, per quanto meritino tutto il rispetto possibile. Ma pensiamo, prima ai nostri anziani ed ai nostri invalidi. Sono 149 rifugiati, attualmente, in provincia di Como e le spese per dare loro sostentamento sono, secondo me, eccessive. Occorre dare una svolta a questa triste abitudine, anche se si tratta di direttive comunitarie». Luigi Bottone, consigliere comunale a Palazzo Cernezzi (gruppo misto, ma anche coordinatore provinciale del Pid (Popolari per l’Italia di Domani), dopo un’accesa discussione nel cortile di palazzo Cernezzi con una signora comasca in attesa da tempo di un alloggio popolare, è un fiume in piena.
 

 

Non gli va giù che i profughi ospitati oggi sul territorio comasco, vengano «stipendiati» con quasi 1.400 euro al mese, un emolumento che farebbe gola a non poche persone. «La Prefettura di Como - spiega Luigi Bottone, arrabbiatissimo -, quindi il Ministero dell’Interno, oggi deve dare alla Cooperativa presso cui sono rifuigiati (quindi a ciascuno di loro) 46 euro al giorno per ogni rifugiato. Quindi, fatti i conti, ad ogni rifugiato al mese (dato che possono fermarsi per 30 giorni per chiedere l’asilo politico) vanno 1.380 euro, insomma lo stipendio di un funzionario dello Stato o di un dipendente privato medio alto. Se moltiplichiamo questi soldi per 149 persone si tratta di 205.620 euro al mese (6.854 euro al giorno) che vengono elargiti. Mi sembra una vera e propria esagerazione, un insulto verso tante persone della nostra città, persone che hanno lavorato per una vita, persone anziane, che per i vari cambiamenti di legge si trovano a dover fare i conti con pensioni minime.


Un nostro pensionato minimo, o un invalido percepisce una pensione che va dai 480 ai 600 euro al mese. Con 205mila euro abbondanti noi soddisferemmo almeno 410 anziani o invalidi. Senza dimenticare che questi rifugiati hanno anche il servizio gratuito per il servizio sanitario (qualora andassero a fare qualsiasi visita medica in ospedale o presso una struttura pubblica), lezioni gratuite d’italiano che devono essere impartite obbligatoriamente, e poi, nel pomeriggio, hanno a disposizione operatori (mediatori culturali) per le pratiche di richiesta d’asilo».
 

«Ma allora io faccio un esempio, come consigliere comunale - aggiunge Bottone -. Quando arriva una persona anziana, o una persona che ha perso il lavoro a chiedere una casa dell’Aler e non gliela posso dare, cosa devo rispondere? E chi mi rinfaccia che ha una pensione d’invalido, perché il Ministero dice che ci sono troppi invalidi? Cosa posso rispondere a queste persone che sanno che ai rifugiati vengono dati quasi 1.400 euro al mese? Signori, facciamoci un esame di coscienza e vediamo di cambiare queste leggi perché siamo del tutto fuori strada».