Milano, 24 aprile 2011 - Si punta tutto sul lunedì di Pasquetta. Perché dopo un giovedì «da leoni», con acquisti a raffica, la tradizionale Fiera di Pasqua, uno degli appuntamenti più attesi dai comaschi, ha vissuto due giorni tranquilli. «E a Pasqua le compere sono l’ultimo pensiero di chi viene in Fiera. Non resta che aspettare lunedì – conferma Rita Carrubba, erbese, forte di 44 Fiere di Pasqua (se non è un record poco ci manca), dietro il suo banco di coltelleria e ferramenta. Ieri pomeriggio, tra le bancarelle collocate in viale Varese, c’era chi brandiva uno spazzolone come un trofeo, chi osservava incuriosito l’ultima novità in fatto di bigodini e chi trascina borse pesanti «con l’auto parcheggiata a più di venti minuti a piedi da qui».

«Da noi sta andando forte il tagliamele originale – spiega la signora Carrubba, circondata dalla famiglia al gran completo -. Sì, si lavora, ma i Comuni dovrebbero diminuire il canone per l’occupazione del suolo pubblico. I nostri clienti affezionati ci seguono ovunque. Gli stranieri? Guardano e passano». Di fronte al banco della famiglia Carrubba c’è un altro veterano della Fiera di Pasqua, Giovanni Cannistraro, alla ventiseiesima partecipazione consecutiva. «La crisi si sente eccome – dice dietro il banco di prodotti per la casa -. Non c’è molta gente in giro e oggi solitamente non si fanno grossi affari. È sempre un appuntamento importante la Fiera di Pasqua a Como, ma il volume d’affari rispetto agli anni scorsi è calato vistosamente. Aspettiamo lunedì, ultimo giorno di Fiera, sperando in un meteo clemente». 

La gente approfitta di questo pomeriggio di relativa calma per soffermarsi più a lungo davanti alle bancarelle. In molti, però, notano come «anni fa, alla vigilia di Pasqua, il passaggio era molto più intenso, tanto da non riuscire quasi a camminare». Evidentemente i tempi sono cambiati. Tra le attrazioni di questa Fiera, c’è una bancarella intera di bigodini, «16 pezzi che arricciano senza strappare», spiega Veronica Albertini, che gira l’Italia promuovendo questo prodotto.

«È una novità del 2011 – aggiunge -. Stiamo ottenendo un ottimo consenso. Si fanno buoni affari, anche se dobbiamo sempre essere all’altezza della situazione. La gente chiede, vuole provare questa novità e poi acquista. L’anno scorso di questi tempi ero a Venezia per un’altra Fiera. Credo d’aver fatto la scelta giunta quest’anno». I gusti dei comaschi sono mutati negli anni, anche se fiori e piantine (di basilico o pomodori) per l’orto restano sempre in cima all’indice di gradimento.

«È vero – afferma Valentina Pellizzoni – i fiori sono sempre un acquisto molto gettonato. Un vaso di gerani da mettere sul davanzale della finestra è sempre un ottimo regalo o comunque pensiero a costo contenuto. C’è gente in giro, anche se ora c’è più attenzione in quello che si compra». La signora Anna viene da Proserpio e di Fiere di Pasqua ne ha vissute tantissime. Oggi, dopo una rapida occhiata alle prime bancarelle, non ha dubbi sul fatto che «la Fiera è sempre bella e qualche buon affare si può portare a termine».