Como, 8 aprile 2011 - «Occorre intervenire immediatamente, famiglie, enti locali, dirigenti scolastici, per evitare che ci siano ulteriori tagli di docenti e personale Ata nella scuola comasca: c’è il rischio che a settembre le scuole lariane non siano più in grado di mantenere quanto promesso al momento delle preiscrizioni». È questo l’allarme lanciato ieri dalle organizzazioni sindacali comasche relative alla scuola.

«È dal 2008 che tutte le organizzazioni sindacali che si occupano del mondo della scuola non trovavano un accordo unitario - sottolinea Adria Bartolich della Cisl-Scuola - e questo significa che siamo arrivati al limite. La provincia di Como, a livello di tagli per insegnanti e personale ausiliario, tecnico e amministrativo, è la più penalizzata dell’intera Regione. Da anni i lavoratori stanno facendo i salti mortali per garantire un servizio di qualità, ma i tagli che vengono imposti dal ministero, 228 docenti in meno negli ultimi tre anni, non faranno altro che aumentare i disservizi».

In sostanza dal prossimo anno scolastico, almeno per le scuole elementari ci saranno non pochi problemi per garantire l’attività didattica e l’assistenza mensa. «Sono ormai 5 anni che si parla di tagli nella scuola - aggiunge Angelo Cassani dello Snals - ma ora stiamo raggiungendo una situazione non più sostenibile. In provincia c’è la richiesta di 84 classi in più, per il prossimo anno scolastico, per il tempo pieno, ma con i tagli previsti non solo non ne potranno essere attivate, ma anche ce ne saranno meno di quelle attuali».

«La scuola comasca è massacrata - aggiunge Giacomo Licata della Flc-Cgil - e da settembre molte scuole che hanno venduto un Piano d’offerta formativa non saranno in grado di mantenere le promesse». Altro problema viene sollevato da Gerardo Salvo della Uil scuola. «Il fatto di aver elevato il numero di studenti per classe crea problemi di sicurezza, perché con 28 alunni per aula non possono essere garantiti i 2 metri quadri imposti per alunno e questo è un fatto gravissimo».